Picchiata dai compagni di classe scatta la sospensione per 5 bulli

Un controllo anti-bullismo dei carabinieri davanti a un istituti scolastico della Sinistra Piave
Bullismo a scuola. Cinque alunni sospesi dalle lezioni. Motivo? Si sono presentati alle lezioni con il telefonino e hanno tenuto atteggiamenti aggressivi, infrangendo il...

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Bullismo a scuola. Cinque alunni sospesi dalle lezioni. Motivo? Si sono presentati alle lezioni con il telefonino e hanno tenuto atteggiamenti aggressivi, infrangendo il regolamento interno all’istituto. Un comportamento che si lega strettamente all’episodio di bullismo ai danni di un’allieva denunciato poco più di un mese fa dalla madre di quest’ultima. La direzione scolastica ha preso provvedimenti disciplinari contro il gruppetto di ragazzini coinvolti a vario titolo nel presunto caso di bullismo avvenuto a dicembre in una scuola media del coneglianese. Secondo la denuncia presentata dalla madre al Commissariato di Polizia, un’alunna venne colpita al volto con una testata da un compagno di scuola durante un intervallo delle lezioni.



   La colpa della ragazzina tredicenne sarebbe stata di avere riferito a un’insegnante i comportamenti scorretti dei compagni all’interno della scuola. Il gruppo, diviso in più classi, avrebbe disturbato compagni e insegnanti arrivando a filmare con gli smartphone le “vittime”, facendo poi girare nelle chat video e immagini. Questo è almeno ciò che la ragazzina, che ha subìto la violenza fisica, avrebbe riferito. Il dialogo sarebbe giunto alle orecchie di quei coetanei che si comportavano sopra le righe e durante una ricreazione si sarebbero “vendicati” accerchiando e minacciando due ragazzine, una delle quali colpita al volto e portata al pronto soccorso. La madre della ragazzina aveva chiesto fin da subito alla direzione scolastica di chiarire cosa fosse accaduto quel giorno. Esaminati gli elementi a disposizione, e trascorse le vacanze di Natale, i vertici della scuola hanno sospeso dalle lezioni per un tempo variabile cinque studenti dell’istituto. Questo non toglie che il preside nutra ancora dubbi sulla dinamica del fattaccio. «Da letteratura, il caso in questione non è di bullismo perché non ne ha le caratteristiche. Per me è un caso di comportamenti gravi, e i primi sono le infrazioni al regolamento scolastico, conosciuto anche dalle famiglie, che vieta di portare a scuola gli smartphone e di utilizzarli per fotografare o registrare». Il dirigente scolastico precisa ancora che “i procedimenti disciplinari, alcuni dei quali tuttora in fase di definizione, non sono stati motivati da bullismo ma da violazioni del regolamento d’istituto, inclusi atteggiamenti violenti e aggressivi nei confronti di compagni”. C’è dunque una correlazione tra l’uso improprio dei telefonini e la testata. Ma la testata c’è stata o no? «Non ci sono ammissioni di colpevolezza per quella che è sembrata una “ritorsione”. I presunti autori si difendono dicendo che sono inciampati, e la dinamica può farlo pensare visto che un ragazzo ha preso un colpo al mento, non alla parte superiore del capo» risponde il dirigente scolastico. Che sgombra il campo da un possibile luogo comune: «I presunti aggressori della ragazza non sono tutti maschi. La violenza adolescenziale non è di genere».

Nel frattempo, la ragazza ferita ha ripreso a seguire regolarmente le lezioni in aula dopo un periodo di assenza. «Adesso è serena. Nel primo periodo veniva accompagnata fino al cancello dalla madre, come da desiderio di quest’ultima, che ho ricevuto insieme all’assessore alla pubblica istruzione per favorire una rete solidale tra scuola, famiglia e Comune che sarà costituita anche da incontri nelle classi con questionari anonimi legati al bullismo» annuncia il preside. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino