Minacce, alcol e bottiglie a terra: torna l'alta tensione in via Mazzini a Pordenone

Le cattive frequentazioni
PORDENONE - Il market etnico che era stato chiuso per un mese dal questore Giuseppe Solimene perché frequentato da pregiudicati, ha preso provvedimenti. È stato...

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PORDENONE - Il market etnico che era stato chiuso per un mese dal questore Giuseppe Solimene perché frequentato da pregiudicati, ha preso provvedimenti. È stato assoldato un vigilantes che è incaricato di salvaguardare una parvenza di ordine almeno di fronte alle pertinenze del negozio. Lungo tutta la strada, poi, è un viavai di steward con la pettorina gialla. Fanno la spola tra i marciapiedi e i vialetti in terra battuta del parco Querini. Ma è evidente che il fattore deterrente che sono in grado di proporre non basti. In via Mazzini, infatti, è tornata ad affiorare la tensione. E una situazione che sembrava se non risolta, almeno in via di risoluzione, sta di nuovo “macchiando” il centro storico di Pordenone. E tra alcol già dal primo pomeriggio, bottiglie a terra e provocazioni sistematiche tra gruppetti di giovani e meno giovani, suona di nuovo l’allarme. 


COSA SUCCEDE


Come sempre le prime sentinelle sono le commesse e le titolari dei negozi che rappresentano la parte “sana” di via Mazzini. «Fino a qualche giorno fa - spiegano - la strada era pulita. Non c’erano bottiglie, non c’erano intimidazioni. Da ieri (venerdì, ndr) è ricominciato tutto il giro. E noi l’abbiamo notato subito. Serve una soluzione a lungo termine - è il grido dei commercianti - perché non si può chiudere sempre le attività commerciali per riportare la calma sulla strada. I titolari delle attività devono stare attenti a non fornire da bere ai minorenni, ma c’è bisogno di qualcosa di più». 


NEI DINTORNI


Il flusso di persone che si riforniscono di alcol nel market etnico è ripartito come se nulla fosse. Persone fino a prova contraria maggiorenni, che però poi stazionano nell’ultimo tratto di via Mazzini e nel vicino parco Querini. E dopo qualche bicchiere o bottiglia in più, iniziano i problemi. O meglio, sono ricominciati. 
Ieri pomeriggio, ai margini di una città colorata e piena di persone, è tornata ad affiorare una situazione già conosciuta. Momenti di tensione tra gruppi di ragazzi, bottiglie a terra, rotte o intere. E la “ronda” degli steward a provare almeno a mitigare le cose. Un’altra camminata nel parco Querini, e di nuovo un’immagine poco edificante: a dominare è l’inciviltà. Non quella di chi giustamente si gode l’area verde in sé, ma quella che alberga in chi la riduce a una pattumiera. 


LO SFOGO


Sulla situazione del parco è tornato ieri anche il sindaco Alessandro Ciriani: «Il decoro compete al Comune - ha allargato le braccia il primo cittadino di Pordenone - ma l’ordine pubblico è un’altra cosa. La verità - ecco la risposta più piccata del candidato alle prossime elezioni Europee - è che per gli incivili servono sanzioni più dure, più afflittive. Il sistema così com’è è inefficiente. Quello che dà fastidio è l’uso irrazionale di una porzione della nostra città, incluso il parco. Giusto andare avanti con i controlli e gli ammonimenti, ma il sistema sanzionatorio dimostra di non funzionare». E anche le forze dell’ordine in questo senso possono farci poco.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino