Casarsa. In bilico sul tetto del teatro con un piede solo. Per scattare un selfie rischiano di cadere da 7 metri

L’insolito luogo di ritrovo segnalato da un residente «Il via vai di giovani inizia ogni giorno all’imbrunire»

Casarsa. In bilico sul tetto del teatro con un piede solo. Per scattare un selfie rischiano di cadere da 7 metri
CASARSA (PORDENONE) - Non hanno fatto del male a qualcuno, non hanno rubato e nemmeno causato danni. Ma per mesi hanno rischiato la loro stessa incolumità per passare...

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CASARSA (PORDENONE) - Non hanno fatto del male a qualcuno, non hanno rubato e nemmeno causato danni. Ma per mesi hanno rischiato la loro stessa incolumità per passare qualche momento in compagnia alternativo, a circa sette metri di altezza dal suolo.


IL LUOGO DI RITROVO

Mentre i coetanei si davano appuntamento nei locali, nelle piazze, nei parchi o nelle case di amici, per una banda di ragazzi del territorio il luogo di ritrovo, per tutta l’estate e fino ai primi freddi, è stato il tetto del ridotto del teatro Pasolini. Non episodi isolati, dunque, ma un vero e proprio «fenomeno particolare», per usare le parole del cittadino che l’ha segnalato. Si tratta di un residente della zona che ha notato più volte, nei mesi scorsi, movimenti insoliti sopra la struttura. A volte i temerari erano due o tre, altre volte anche nove o dieci. Adolescenti casarsesi dai 15 ai 17 anni che sembrano aver interpretato in modo originale l’ospitalità che può offrire un luogo come il teatro. Non si contano, stando a chi li ha visti con i propri occhi, i pomeriggi e le serate in cui, all’imbrunire, i giovani sono saliti sul tetto attraverso la scala a chiocciola antincendio, evitando facilmente la catenella che dovrebbe invitare a non accedervi. Appoggiati gli zaini, risate e abbracci, ma in molti casi anche «selfie in posizioni pericolose - racconta il cittadino - a filo del cornicione, perfino su un piede solo». A colpire il testimone sono state proprio le situazioni di rischio, fortunatamente mai sfociate in infortuni.


IL TESTIMONE

«A vedere questi ragazzi - commenta - ero in ansia, soprattutto da genitore. Si sta un attimo a cadere, per un passo sbagliato o un capogiro». Timori, ma anche rimproveri. «Primo, la scala antincendio si usa solo per le emergenze - sottolinea il cittadino -, secondo, è capitato che i ragazzi lasciassero a terra, nel retro del teatro, immondizie varie, tra lattine, carte e mozziconi di sigarette. Una volta li ho visti e li ho inviati a raccoglierle, e quel gesto non l’hanno più fatto. Le salite, invece, sono andate avanti per un bel pezzo. La domenica, per loro, era il giorno clou, ma anche negli altri giorni si sono spesso sbizzarriti. Non ho ricordi di scene simili nelle estati degli anni passati». I fatti sono stati segnalati ai vigili e ai carabinieri e il fenomeno è noto all’amministrazione comunale. Via Piave, dove sorge il teatro, si incrocia con uno dei tratti più trafficati della Pontebbana, e più di qualcuno ha visto i giovani sul tetto. Anche dall’assessore alla sicurezza Samuele Mastracco arrivano moniti, più che condanne. «I ragazzi non hanno arrecato danni alla struttura, ma hanno utilizzato in modo improprio una scala antincendio (che non per niente è chiusa) e raggiunto la parte alta della struttura, peraltro priva di parapetto, a loro rischio e pericolo. Tutte mosse senz’altro da evitare». Mastracco fa sapere che episodi simili si sono registrati al Palarosa, a San Giovanni. Gli adolescenti, bypassando sbarre e lucchetti, hanno raggiunto il tetto, piatto e dall’altezza di circa cinque metri. Non si pensa a punizioni, ma all’educazione. L’intenzione è quella di «sensibilizzare i ragazzi ai rischi che possono comportare gesti simili - piega l’assessore - e di ricordare loro che ci sono tanti luoghi in cui possono trascorrere del tempo insieme in serenità». Tra questi, «l’area sotto il vecchio edificio comunale, protetta e riparata - dichiara Mastracco - dove non mancano le scalinate in cui possono sedersi, o la stessa area sportiva di viale Bernini, proprio vicino al Palarosa, che è molto estesa. O ancora, gli spazi del Progetto Giovani. Insomma, gli spazi abbondano».

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Il Gazzettino