Radicchio di Chioggia e di Treviso, in Usa ci sono gli yankee appassionati di coltivazione e ricette

C'è un Veneto in Nord America. Ma a popolarlo non sono solo i nostri emigranti e i loro discendenti, bensì anche veri yankee appassionati di radicchio: lo...

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C'è un Veneto in Nord America. Ma a popolarlo non sono solo i nostri emigranti e i loro discendenti, bensì anche veri yankee appassionati di radicchio: lo studiano, lo coltivano, lo cucinano e lo promuovono, educando gli statunitensi al sublime gusto dell'amaro. Docenti, agricoltori, cuochi e divulgatori formano infatti, tra Portland e Seattle, il Culinary breeding network, un'organizzazione che dopo aver attirato l'attenzione pure del New York Times e del Wall Street Journal, questa settimana è stata impegnata in un corso di aggiornamento sul campo (letteralmente) fra Chioggia e Castelfranco.


LA RETE


Fondata una decina di anni fa da Lane Selman, professoressa dell'Oregon University, con il tempo la rete si è allargata anche ad altri Stati, come Wisconsin e New York, Florida e Washington, Pennsylvania e California. «La nostra missione viene spiegato è costruire comunità di produttori di piante, coltivatori di semi, contadini, acquirenti di prodotti agricoli, chef e altre parti interessate per migliorare la qualità di ortaggi, frutta e cereali». Fra le iniziative, da un anno spicca Gusto italiano, promosso in collaborazione con la fattoria americana Uprising Seeds e con l'azienda chioggiotta Smarties.bio: «Il progetto è nato da un amore reciproco per il radicchio e dal desiderio di consolidarlo ulteriormente come punto di riferimento per la stagione dei prodotti autunnali e invernali qui in Nord America, e in particolare nel Pacifico nord-occidentale». I semi di radicchio biologico certificato permettono così la produzione Oltreoceano di tutte le varietà nostrane: rosso e bianco di Chioggia, rosso di Verona, rosso di Treviso precoce, variegato di Castelfranco, variegato di Lusia, catalogna gigante di Chioggia, rosa del Veneto. Dopodiché, di coltura in coltura, nei poderi a stelle e strisce sono spuntati pure il broccolo fiolaro di Creazzo, la verza moretta di Veronella, il broccolo di Bassano sia precoce che tardivo.


LA SETTIMANA


Tuttavia è il radicchio a farla da padrone, tanto da essere protagonista ogni anno della Settimana della cicoria, che culmina nella sagra in cui trovano spazio lezioni di storia, tecniche produttive e cottura, con annesse degustazioni. Fra i promotori c'è il produttore Jason Salvo, che attraverso Medium si pone la domanda: «Perché un gruppo di persone dovrebbe lavorare così duramente per promuovere un raccolto relativamente sconosciuto che la maggior parte delle persone trova sgradevolmente amaro, con un mercato limitato e non molto vantaggio economico? Crediamo che il radicchio, come coltura, rappresenti un ritorno ai sistemi alimentari locali e regionali, una celebrazione del cibo e della cultura come antidoto al materialismo e un modo per gli esseri umani di connettersi tra loro a un livello tremendamente viscerale».


LA SPEDIZIONE


Con questo spirito, nei giorni scorsi si è svolta fra le province di Venezia e di Treviso la Radicchio expedition 2022. Durante la spedizione, i rappresentanti della comunità hanno potuto approfondire le loro conoscenze in materia, compiendo sopralluoghi didattici nei terreni e scoprendo utilizzi inaspettati dell'ortaggio, come ad esempio il resentin, «termine italiano che significa pulire la tazzina del caffè con la grappa (infusa in questo caso con il radicchio)». Nella tappa di Castelfranco, la delegazione è stata ricevuta dal Comune e dalla Pro loco. «La collaborazione con Culinary breeding network non si esaurisce qui ha annunciato la presidente Barbara Grassi anzi sono state gettate le basi per confermare la sinergia anche per la prossima edizione della Festa del radicchio, quando la talvolta rotonda avrà come focus botanica e genetica».

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Il Gazzettino