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TREVISO - Da Treviso fino a Ndar Guedj - Saint Louis, in Senegal, via terra: oltre 5.500 chilometri, attraversando Italia, Spagna, Marocco e Mauritania, compreso un tratto di deserto del Sahara. Da compiere al volante di un'auto funebre. È l'impresa, finora mai tentata, che si propongono Francesca Brotto e Moustapha Fall. Nessuna velleità sportiva o da guinness dei primati, ma un fine di solidarietà: donare il veicolo alla comunità di Ndar Guedj. Nonostante sia una delle più grandi del Senegal, con quasi 300mila abitanti, questa città nel nord del paese, sull'oceano Atlantico, è sprovvista di questo servizio.
I MOTIVI
«Si usano dei vecchi pick-up, ma non sempre sono disponibili, senza contare che molti non possono permettersi di noleggiarli. Così spesso le bare devono essere portate a spalla per parecchi chilometri. Quando mio padre è morto abbiamo dovuto trasportare la salma per 5 chilometri, prima di poterla caricare su un mezzo», racconta Moustapha Fall, nato proprio a Ndar Saint Louis, ma residente a Treviso con la famiglia dal 2001, impiegato in una nota multinazionale nel Veneziano.
LA RACCOLTA FONDI
Ieri i due, da piazza Borsa, hanno lanciato ufficialmente il progetto e la raccolta fondi per sostenerlo. Tutti i dettagli sul sito ww.trevisondar.it. Il costo di un carro funebre usato si aggira almeno sui 20mila euro a cui vanno aggiunte poi le spese per il carburante e il viaggio: l'obiettivo sarebbe partire il prossimo novembre. «Ma se non faremo in tempo, semplicemente posticiperemo all'anno successivo», assicurano i promotori, che la settimana prossima saranno anche al Tanexpo di Bologna, la maggiore fiera italiana del settore funerario, proprio per cercare sponsor. In parallelo, si cercano anche finanziatori per un docu-film sul viaggio che verrebbe girato da Andrea Prandstraller, pluripremiato regista, documentarista e sceneggiatore padovano. Oltre al coinvolgimento di alcune associazioni e delle Onoranze funebri Ivan Trevisin, il progetto ha anche il patrocinio del Comune di Treviso: «Può essere il primo di una serie per creare un ponte culturale tra le due comunità - spiega il sindaco Mario Conte, insieme all'assessore Gloria Tessarolo - Con poco si può aiutare molto. E si può anche ricevere molto».
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