TREVISO - Nel primo fotogramma si vede una persona, un uomo di mezza età, vestito con una tuta sportiva, presumibilmente sceso da un'auto bianca parcheggiata nelle...
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LA DECISIONE
Un'attività d'indagine pienamente appoggiata dal sindaco Mario Conte che ieri, provocatoriamente, ha scelto di pubblicare i tre fotogrammi nel proprio profilo Facebook rendendole così pubbliche. Una decisione forte, ma con un obiettivo preciso: lanciare un messaggio forte. «Quello che vogliamo dire - precisa il sindaco - non è che lavoriamo per fare multe, ma quello che si rischia nel continuare con questo tipo di abitudini. E ho pubblicato foto di uomini e donne, italiani e stranieri, tanto per dire che non si fanno differenze in nessun caso. L'abbandono dei rifiuti è una piaga che vogliamo contrastare in ogni modo. E per questo abbiamo disseminato il territorio di foto-trappole. E a tutti quelli che verranno sorpresi a buttare rifiuti verranno applicate le sanzioni previste per chi rovina il decoro urbano e che sono state da poco inasprite».
LE INDAGINI
E proprio da quando le sanzioni sono state rese più dure, portate al massimo possibile, sono già tre gli ecovandali sorpresi a liberarsi dei rifiuti in cestini pubblici o addirittura nei campi. La nuova squadra Anti-degrado varata dalla polizia locale ai primi di dicembre si sta occupando proprio di questo, la lotta senza quartiere agli ecovandali. Oltre a utilizzare le video-trappole, gli agenti fanno attività di monitoraggio e di controllo anche in borghese. Tutte le segnalazioni che arrivano al comando di via Castello d'Amore, più di una decina ogni settimana, vengono esaminate anche in collaborazione con gli agenti messi a disposizione da Contarina. «Vogliamo impegnarci a fondo - conferma il sindaco - e sui rifiuti abbandonati il lavoro è meticoloso, compresa l'analisi dei rifiuti abbandonati che molto spesso danno validissime indicazioni per individuare gli autori. Esaminare i fotogrammi delle fototrappole è un procedimento lungo: vanno visti tutti i fotogrammi, uno per uno, fino a quando non si trova quello che si cerca. Purtroppo sono ancora tanti quelli che hanno questa brutta abitudine di abbandonare i rifiuti. Si tratta di persone che gettano i sacchetti durante gli spostamenti verso il proprio luogo di lavoro; oppure residenti che passano da un quartiere all'altro. Ma non abbiamo intenzione di mollare. Anzi: oltre a cercare nei sacchetti abbandonati indizi per risalire da dove provengono, facciamo anche analisi sulle sostanze disperse nell'ambiente. E se ne troveremo di pericolose o inquinanti, provvederemo a considerare anche l'eventuale danno ambientale».
Paolo Calia Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino