Quote latte, una sentenza riapre il caso delle multe

Quote latte, una sentenza riapre il caso delle multe
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PORDENONE - Solo pochi giorni fa la sua azienda - finita all'asta per le difficoltà delle super-multe relative alle quote latte - è stata ricomprata da un cordata di allevatori amici. Ora Franco Paoletti, leader del Cospa interregionale, guarda con un filo di speranza in più al futuro: lo scorso fine settimana il Consiglio di Stato ha emesso la prima sentenza che cancella le multe non riscosse, facendo sue le motivazioni con cui la Corte di giustizia europea, il 27 giugno scorso, ha bocciato il metodo di compensazione scelto dall'Italia nel riassegnare le quote non ripartite. Così il Consiglio di Stato, per la prima volta, ha annullato gli importi da pagare alla Stato a titolo di prelievo supplementare. Ma ha salvato gli ulteriori provvedimenti decisi dalla Autorità amministrativa respingendo le istanze di risarcimento danni. Paoletti, rispetto alla sentenza, è speranzoso ma rimane cauto. «Bisognerà capire - sostiene il presidente del Cospa - in che termini questa sentenza farà giurisprudenza. In ogni caso la sentenza che annulla le multe conferma che le nostre battaglie di tutti questi anni sono valide. Speriamo che, finalmente, si giunga a una definizione di questa situazione che riguarda ancora molti allevatori come me».

LA SENTENZALa pronuncia dei giudici del Consiglio di Stato riguarda le prime multe, in particolare quelle relative agli splafonamenti conteggiati tra il 1996-1997 e il 1997-1998, quando ancora l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea) non esisteva ancora e i provvedimenti sanzionatori venivano comminati alle aziende agricole dalla vecchia Azienda di Stato per gli interventi nel mercato agricolo (Aima). Il pronunciamento dei giudici del Consiglio di Stato arriva dopo il ricorso presentato da una serie di aziende agricole dopo la bocciatura del Tar del Piemonte (nel 2012) sul ricorso, a sua volta presentato, per l'annullamento dei provvedimenti. Riprendendo proprio la pronuncia della Corte di giustizia europea del giugno scorso, il Consiglio di Stato ribadisce che essendo inevitabilmente inalterato il meccanismo di compensazione-riassegnazione applicato dall'Italia, perché non conforme al dettato comunitario ora l'Amministrazione deve procedere a una complessiva rideterminazione in sede di emanazione degli atti ulteriori. Ne consegue che devono essere annullati i provvedimenti gravati. Come dire: prima di emanare nuovi atti amministrativi o sanzioni, lo Stato dovrà ricalcolare tutto.

LA BATTAGLIAIntanto, dopo il salvataggio dell'azienda che era finita all'asta, a battaglia di Paoletti («Sono sereno, nonostante abbia sulla testa una multa esigibile di quasi tre milioni di euro», aveva detto la scorsa settimana subito dopo l'asta) continua. Il suo obiettivo è chiedere la revisione del processo (che gli è costato la condanna a due anni e nove mesi) e bloccare i recuperi coatti legati alle quote latte oltre che ottenere un incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella veste di presidente del Csm. «Ora la sentenza del Consiglio di Stato apre un nuovo scenario, speriamo favorevole alla nostra causa».
D.L. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino