Sfregiato fuori dal pub, 50 punti di sutura per il bicchiere frantumato in faccia

L'esterno del locale di Quarto d'Altino dove è stato sfregiato il 23enne
Un’aggressione brutale, nata dal nulla e culminata con una violenza inaspettata e incomprensibile. A farne le spese, un 23enne di Quarto D’Altino che si è...

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Un’aggressione brutale, nata dal nulla e culminata con una violenza inaspettata e incomprensibile. A farne le spese, un 23enne di Quarto D’Altino che si è ritrovato con 50 punti di sutura in faccia e una prognosi di 25-30 giorni. A ridurlo così un coetaneo, un compaesano, che senza alcuna ragione apparente l’ha sfregiato con un bicchiere.  

Succede nella notte tra venerdì e sabato scorsi, intorno all’una, all’esterno del pub “Boomerang” di via Isonzo. Il locale, molto popolare tra i giovani anche perché i gestori sono ventenni della zona, sta chiudendo. La serata è alle battute finali e M.V., 23 anni, sta parlando con degli amici tra i tavolini del plateatico. Un gruppo numeroso, circa una trentina di persone, alle ultime chiacchiere prima di tornare a casa. Vicino a lui, altri tre ragazzi poco più che ventenni. Non sono clienti abituali del locale. «Non li avevamo mai visti qui, era la prima sera che venivano da noi», racconta uno dei gestori. Però i ragazzi vivono a Quarto D’Altino e tra coetanei della zona ci si conosce tutti. Anche perché la famiglia di C.M., uno dei tre, gestisce una nota pizzeria di Monastier, nel Trevigiano. I carabinieri di Meolo, titolari delle indagini, ora stanno cercando di capire cosa possa aver scatenato la lite. La dinamica va ricostruita nei dettagli e nulla può essere lasciato al caso. La ricostruzione fornita dai testimoni, però, sembra essere piuttosto lineare: C.M., a un certo punto, sputa in faccia a M.V. il contenuto del suo bicchiere. Il ragazzo reagisce, chiede spiegazioni, chiaramente indispettito. C.M. gli chiede di parlare a tu per tu, e si allontanano solo di pochi metri, vicino a un parchetto. C.M. esagera, e non poco: è una questione di pochi attimi, afferra M.V. con una mano e con l’altra gli frantuma in faccia un calice, sfigurando il ragazzo con una profonda ferita che scorre dalla mandibola all’orecchio. 

FUGA E RITORNO Il giovane sale su un’auto di un amico e scappa. Il 23enne torna dagli amici tenendosi il viso, ridotto a una maschera di sangue, poi sviene. Sotto choc, chiamano l’ambulanza e i carabinieri, intanto qualcuno cerca di rintracciare C.M. Il giovane probabilmente si rende conto della gravità della situazione e decide di tornare sul posto. «Voglio prendermi le mie responsabilità». Qui, rischia il linciaggio, ma i gestori del locale e gli amici più stretti della vittima riescono a far mantenere la calma. M.V. viene caricato in ambulanza e portato in ospedale. C.M., ferito dai vetri a una mano, sale su una seconda automedica. Chiaramente, le condizioni più grave sono quelle del 23enne: per ricucire quel taglio, i medici devono ricorrere a ben 50 punti di sutura. La prognosi è di 25-30 giorni. Un tempo sufficiente a guarire la ferita, ma che non basterà a cancellare i segni della violenza. I carabinieri, una volta sul posto, hanno raccolto le testimonianze e le versioni dei presenti. Trattandosi di prognosi superiore ai 20 giorni, i militari apriranno un’indagine d’ufficio per il reato di lesioni personali a carico dell’aggressore.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino