Liliana Resinovich, la famiglia accusa: «Morta dopo un'aggressione, la perizia svilisce i segni sul corpo»

Secondo il legale della famiglia di origine di Liliana sarebbe stata probabilmente conservata chissà dove, poi sarebbe stata trasportata.

Liliana Resinovich, la famiglia accusa: «Morta dopo un'aggressione, la perizia svilisce i segni sul corpo»
Liliana Resinovich potrebbe essersi sentita male prima di morire. La famiglia della donna, scomparsa da Trieste e trovata poi morta venti giorni dopo in un boschetto non...

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Liliana Resinovich potrebbe essersi sentita male prima di morire. La famiglia della donna, scomparsa da Trieste e trovata poi morta venti giorni dopo in un boschetto non distante dalla casa in cui viveva col marito Sebastiano Visintin, crede che Liliana sia stata aggredita e in quel frangente si sarebbe sentita male.

L'autopsia

Chi ha messo a termine l'aggressione avrebbe quindi simulato il suicidio, per scaricarsi da ogni responsabilità. La versione dei suoi cari è stata riportata da Quarto Grado che è tornato sul caso per capire cosa possa essere successo. La famiglia di origine della donna spiega che secondo l'utopsia la donna sarebbe morta per arresto cardiaco e parla della mancanza di segni evidenti di ferite gravi sul cadavere della vittima. «Secondo me l’hanno presa da dietro con i sacchetti in testa, forse voleva allontanarsi dalla persona con la quale magari stava litigando in strada, si è spaventata perché le è mancato l’ossigeno e il cuore si è fermato», ha dichiarato la cugina Silvia, una delle persone che non ha mai creduto all'ipotesi del suicidio. «La mancanza di segni di strangolamento sono spiegabili col fatto che quando lei si sente lo spago si prende l’attacco cardiaco e va giù per terra e non serve stringere più a quel punto», ha poi continuato la donna intervistata da Quarto Grado e aggiunge che continueranno a cercare di far sì che venga fatta giustizia. La stessa versione la sostiene il legale della famiglia che precisa: «Liliana è stata probabilmente conservata chissà dove, poi è stata trasportata. Anche quella posizione dormiente potrebbe farci pensare alla conservazione iniziale in un bagagliaio. E poi in qualche dolina». Poi conclude: «La perizia medico legale tenta di svilire i segni traumatici che invece vanno letti in modo globale, ma non sono nemmeno stati datati».

 

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Il Gazzettino