Szumski e la quarantena violata, l'Usl non fa sconti al sindaco-medico no vax: il caso finisce in Procura

TREVISO Il caso Szumski finisce in Procura. Non ci si ferma alla multa. Il dipartimento di Prevenzione dell’Usl della Marca segnalerà alla Procura il comportamento...

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TREVISO Il caso Szumski finisce in Procura. Non ci si ferma alla multa. Il dipartimento di Prevenzione dell’Usl della Marca segnalerà alla Procura il comportamento del medico di famiglia e sindaco di Santa Lucia di Piave che l’altro ieri nonostante fosse tenuto a rimanere in isolamento a casa perché contagiato dal Covid, in attesa dell’esito dell’ultimo tampone, è tornato nel proprio ambulatorio, in mezzo ai pazienti. Ora c’è in ballo l’apertura di un procedimento penale nei confronti del medico 69enne, paladino delle cure domiciliari, da sempre contrario al Green Pass, diventato un vero e proprio riferimento per le galassie Free-Vax e No-Vax.

LE CONTESTAZIONI 
Oltre al mancato rispetto degli obblighi relativi alla quarantena, ci si concentra in particolare sul fatto che Riccardo Szumski, incontrando altre persone senza al conferma ufficiale di essersi negativizzato, potrebbe aver rischiato di espandere ulteriormente l’epidemia da coronavirus, tra l’altro tra soggetti fragili che si sono rivolti a lui proprio per problemi di salute. «In questo contesto è doveroso che il dipartimento di Prevenzione segnali la situazione alla Procura» - spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell’azienda sanitaria trevigiana - Questo passo si aggiunge alla sanzione che gli ispettori dell’Usl hanno già elevato al medico-sindaco dopo averlo trovato nel proprio studio di Santa Lucia di Piave senza il necessario Green Pass. Si parla di una cifra che va dai 300 ai 1.500 euro. Non da ultimo, c’è la segnalazione all’Ordine dei medici di Treviso. L’ennesima per quanto riguarda Szumski, che è già stato radiato per le sue posizioni a dir poco critiche sui vaccini anti-Covid, provvedimento al momento sospeso in attesa del ricorso del medico alla Cceps, la commissione centrale del ministero per gli esercenti le professioni sanitarie.

L’ISOLAMENTO 
«Szumski era risultato positivo. Da non vaccinato, dopo i 10 giorni di isolamento avrebbe dovuto attendere l’esito dell’ultimo tampone eseguito nei nostri centri, e non fatto in modo autonomo o in farmacia, prima di porre fine alla quarantena – specifica il direttore generale dell’Usl – questo per consentire la registrazione e il tracciamento. Invece lui aveva dichiarato pubblicamente che sarebbe andato subito in ambulatorio. Così è scattata la verifica. Oggi per processare i tamponi possono servire tra le 48 e le 72 ore. E in attesa dell’esito, positivo o negativo che sia, tutte le persone sono chiamate a continuare a rispettare l’isolamento». Tradotto: le cose non cambierebbero neppure se l’esito dell’ultimo tampone dovesse confermare la negativizzazione del medico. A quel punto potrebbe tornare subito a lavorare. Ma tutte le contestazioni resteranno comunque in piedi. Szumski, poi, non è l’unico medico nel mirino.

LORIA 


L’Usl della Marca sta infatti portando avanti delle verifiche anche sul comportamento di Massimo Falcoz, medico di famiglia 68 anni con ambulatorio a Castello di Godego e Bessica, nei giorni scorsi sorpreso dal Nas a lavorare senza Green pass. E, in più, sospettato di aver rilasciato esenzioni vaccinali a chi non ne aveva diritto. Il diretto interessato nega simili condotte. Ma l’azienda sanitaria ha già avviato un’indagine interna. «Abbiamo ricevuto una serie di segnalazioni – rivela Benazzi – ora stiamo ragionando per valutare come comportarci dal punto di vista amministrativo». Anche in questo caso è partita una segnalazione all’Ordine dei medici di Treviso. Spetta infatti a quest’ultimo decidere su un’eventuale sospensione del dottore. Dovesse arrivare, si aggiungerebbe ai 5 medici di famiglia già sospesi nel trevigiano perché nonostante l’obbligo non si sono vaccinati contro il coronavirus. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino