OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
ROVIGO - «La provincia più svantaggiata del Veneto è Rovigo». A dirlo è l’Istat, nel rapporto “Il benessere equo e sostenibile dei territori”, appena diffusa e relativa al 2022. Il Polesine, spiega l’Istat, nell’ultimo anno si trova nelle due classi di coda per il 39,3% dei 70 indicatori considerati, compresi in dieci ambiti, chiamati “domini”: salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, innovazione, ricerca e creatività, qualità dei servizi.
«Rispetto al 2019 - si legge nel rapporto - la maggioranza delle province ha accresciuto la frequenza dei posizionamenti nelle classi di benessere alta e medio-alta. Fanno eccezione Belluno (meno 9,8 punti percentuali) e Rovigo (meno 8,2), arretrate sensibilmente. Rovigo ha anche visto aumentare notevolmente la frequenza dei suoi svantaggi relativi. La quota dei posizionamenti nelle classi di benessere bassa e medio-bassa, infatti, è cresciuta complessivamente di 6,6 punti percentuali».
I PROBLEMI MAGGIORI
Gli indicatori nei quali Rovigo si piazza nella classe più bassa sono il 18%, rispetto a una media regionale del 12,2 e nazionale del 15,1, mentre quelli in cui è nella classe più alta sono il 19,7% rispetto al 31,4 di media delle province venete e del 19,3 del totale nazionale. In tema salute, Rovigo è la più penalizzata in quasi tutti gli indicatori: le più alte mortalità evitabile, infantile, giovanile per incidenti stradali, ben 3 su 10mila rispetto allo 0,9 regionale e allo 0,6 nazionale; la più alta mortalità per tumore entro i 64 anni, 9 su 10mila a fronte di una media regionale di 7 e nazionale di 8. Sopra la media regionale e nazionale anche la mortalità per malattie del sistema nervoso, mentre più bassa è la speranza di vita alla nascita, 91,9 anni, in Veneto 83,3 e a livello nazionale 82,6, fra l’altro con 1,3 anni in meno del 2019.
Note negative anche sui servizi, dal trasporto pubblico a internet ultra veloce, dai posti letto di alta specialità all’emigrazione ospedaliera, così come sull’ambiente anche se per Pm10 e Pm2,5, giornate di caldo, dispersione idrica, verde urbano e rinnovabili non è fra le peggiori, mentre lo è per bassa raccolta differenziata e alta produzione di rifiuti, oltre che per giornate consecutive senza pioggia.
POCA ISTRUZIONE
Bocciatura anche su istruzione e formazione, con i risultati peggiori su diplomati, laureati, competenze numeriche, competenze alfabetiche, formazione continua e soprattutto Neet, ovvero i giovani che non studiano e non lavorano, il 23,3% rispetto a una media regionale di 13,1 e nazionale di 19. Bene la partecipazione ai servizi comunali per l’infanzia. Stesso discorso sul lavoro, con il più basso tasso di occupazione, meno 4,8% sula media regionale, il più alto tasso di mancata partecipazione al lavoro e il numero più basso di giornate retribuite, anche se incidentalità sul lavoro e tasso di occupazione giovanile sono migliori delle medie regionali e nazionali.
Tutto si tiene e se sul fronte innovazione Rovigo è ultima per brevetti e prima per fuga di laureati, anche sul fronte economico primeggia in negativo, con 18.736 di retribuzione media annua dei dipendenti, 2.764 euro in meno della media regionale e 1.922 di quella nazionale, così come sulle pensioni. Più alto di tutti, infine, il tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti bancari alle famiglie. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino