Scoperto un quadro di Van Gogh finora sconosciuto. L'esperto: «È autentico»

Il quadro attribuito a Vincenti Van Gogh
UDINE - A certificarlo definitivamente dovrà essere la massima autorità in materia, ossia il Museo di Amsterdam, ma i risultati dell'indagine scientifica puntano...

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UDINE - A certificarlo definitivamente dovrà essere la massima autorità in materia, ossia il Museo di Amsterdam, ma i risultati dell'indagine scientifica puntano tutti in una direzione: quella in mostra ad Illegio (Udine) pare proprio essere un'opera inedita di Vincent Van Gogh. Si tratta de Le Restaurant de la Sirène à Asnièrs, un dipinto a olio su tela della fase impressionista dell'artista, che misura 36 per 45 centimetri, gemello del quadro leggermente più grande ora conservato al Museo D'Orsay a Parigi e realizzato da Van Gogh durante il suo soggiorno nella capitale francese (tra il 1886 e il 1888). L'opera, che proviene da una collezione privata, è attualmente visibile nella piccola cittadina montana che fino al 13 dicembre ospita la mostra, curata da don Alessio Geretti e dal Comitato di San Floriano, Nulla è perduto: titolo quanto mai azzeccato visto il sorprendente ritrovamento e la possibilità quindi di ammirare un lavoro del grande pittore olandese in anteprima mondiale, dato che per 50 anni non è mai uscito dalla casa privata dei proprietari.


GLI ACCERTAMENTI

«Il 4 luglio abbiamo aperto la mostra ha spiegato ieri don Geretti, a Udine, alla presentazione dei risultati degli accertamenti -, in cui sono esposti capolavori impossibili, perché distrutti o scomparsi nella storia, grazie a procedimenti di rimaterializzazione, ma anche alcune opere autentiche ritrovate, tra cui questo misterioso Le Restaurant. Quando si ritrova un'opera inedita è necessaria cautela: servono basi solide per una grande attribuzione, ma essa non va nemmeno cassata senza sufficienti dati. Ci è quindi parso opportuno portarla alla luce, perché è un quadro che ci ha subito avvinti, e commissionare una rigorosa indagine scientifica. Abbiamo affidato l'incarico all'ingegnere Claudio Falcucci, forte di un'esperienza di 30 anni che lo ha portato in contatto con opere incredibili, famose o inedite: nelle sue mani sono passati tutti i lavori di Caravaggio. Il risultato è che il dipinto ha tutte le caratteristiche per essere autentico. Ora, quindi, lo presenteremo al Museo Van Gogh di Amsterdam perché venga certificata questa autenticità».
LE INDAGINICome Hercule Poirot sulla scena del delitto dell'Orient Express, ha detto lo stesso don Geretti, Falcucci ha sottoposto l'opera ad una campagna diagnostica, «mettendo in pratica la scienza indiziaria ha spiegato -: non avremo mai la prova definitiva dell'autenticità, ma abbiamo tutta una serie di indizi e, come si è soliti dire, assieme fanno una prova». I proprietari del dipinto già negli anni 70 avevano commissionato un primo tentativo di analisi, che però non poteva contare sui sofisticati strumenti di oggi. Il quadro è infatti stato sottoposto ad indagini fotografiche e macro-fotografiche anche a luce radente, a riprese della fluorescenza indotta da radiazione Uv (che ne mostra la storia conservativa), a riflettografia infrarossa (per gli strati più profondi) e all'indagine radiografica per seguire l'evoluzione completa dell'opera. Sono stati indagati anche la tramatura della tela e la caratterizzazione dei pigmenti. Risultato?
«A parte una compatibilità di materiali e tecniche esecutive ha spiegato Falcucci -, è emerso qualche elemento che ci ha indirizzato molto verso una possibile autografia dell'opera, in particolare per l'utilizzo del telaio prospettico, espediente tecnico usato da diversi artisti, e da Van Gogh stesso, per riprodurre il vero». 
L'ipotesi è quindi che quello in mostra a Illegio sia un dipinto en plein air e quello al D'Orsay (con cui tra l'altro verranno avviati contatti per approfondire i rapporti tra i gemelli) la messa in bella fatta in studio.


La tela rappresenta l'esterno di un ristorante di Asnièrs: «Dipinto da una certa distanza ha detto don Geretti -, prospettica e interiore. In un periodo in cui molti artisti dipingevano locali pubblici come rappresentazione della joie de vivre, l'impostazione di Van Gogh ci suggerisce il messaggio che, per trovare la vera gioia di vivere, la vera forza della vita, non dobbiamo cercarla nei luoghi dell'effimero e del baccano, ma immergerci nell'interiorità. Questa ricerca della pace, la contemplazione del segreto palpitante della vita e della sua sete di infinito, sono stati in fondo il tema unico di tutta la pittura di Van Gogh».
Alessia Pilotto
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Il Gazzettino