AGORDINO - Che vadano di moda è un dato di fatto. Lo è altrettanto che, spesso, lasciano un segno su tratturi e mulattiere. Sono i quad. Mountain Wilderness da tempo...
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DENUNCE IGNORATE
A sostegno della sua tesi MW esibisce una serie di foto che mostrano gli esiti del passaggio dei «rambo della montagna» che «scorazzano per 100 chilometri su piste boscate, piste di sci, strade forestali». I danni dei quad, a detta di MW, vanno dal formicaio distrutto al cotico erboso rovinato. Quindi l'invito: «Ora i Comuni facciano ripristinare ogni tratto di terreno coinvolto». Il dito è puntato anche contro la Procura della Repubblica di Belluno: «Ad oggi non abbiamo nessun tipo di comunicazione riguardo gli esposti presentati lo scorso anno in tempi più che utili per evitare la manifestazione. Comunicazioni esplicitamente richieste».
Il documento di MW sottolinea, poi, che «i Comuni hanno ritardato la trasmissione di ogni informazione alla associazione. Le autorizzazioni richieste ci sono pervenute il giorno prima dell'evento, venerdì 8 giugno, tutte assieme, e solo dopo la nostra diffida di denuncia alle amministrazioni pubbliche per omissione di accesso agli atti pubblici».
COL MARGHERITA
Sulla graticola di Mountain Wilderness c'è pure una società impiantistica: «Chi gestisce Col Margherita si è dimostrato solerte nell'offrire l'autorizzazione per l'assalto alle alte quote. Ogni problema sarebbe risolto se la stessa società investisse invece in un minimo di etica, ovvero precludendo il passaggio».
La matassa pare difficile da sbrogliare. Su un piatto c'è il turismo e la promozione della montagna e dei paesi dell'Alto Agordino, sull'altro le ragioni di chi la stessa montagna vuole proteggere. Vale ricordare che proprio un anno fa il Tour delle Dolomiti portò in Val del Biois una cinquantina di appassionati di quad e che, allora, anche il Cai Veneto espresse alcune perplessità. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino