Pusher algerino coltro in flagrante: cedeva eroina a un italiano. Arresto e condanna a 7 mesi

Pusher algerino coltro in flagrante: cedeva eroina a un italiano. Arresto e condanna a 7 mesi
PADOVA - Il pusher finisce nella rete. Nel corso dei servizi di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti in ambito cittadino, la polizia di Stato della Questura di Padova...

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PADOVA - Il pusher finisce nella rete. Nel corso dei servizi di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti in ambito cittadino, la polizia di Stato della Questura di Padova ha tratto in arresto nella flagranza del reato di detenzione e vendita di eroina Beshir Hamri, 43enne algerino dimorante a Padova, con precedenti per sostanze stupefacenti, immigrazione clandestina e reati contro la persona, nonché già destinatario di provvedimenti di espulsione ed ordine di allontanamento dal territorio nazionale.


I poliziotti della squadra mobile notato l'uomo, già noto per i suoi trascorsi di polizia e giudiziari, confabulare con un italiano, appartarsi con lui dietro un’auto in sosta e consegnargli degli involucri, ricevendo contestualmente alcune banconote. Non appena avvenuto lo scambio, i due si sono abbracciati per poi andarsene in direzioni opposte. I poliziotti li hanno controllati e perquisiti. Addosso all’italiano trovati tre involucri di eroina, mentre addosso ad Hamri 45 euro, covvero il prezzo pattuito con l’acquirente, come lo stesso ha dichiarato in sede di sommarie informazioni.

L’italiano ha anche detto nella stessa sede che già in altre occasioni aveva acquistato della sostanza stupefacente dal pusher. A meravigliare i poliziotti, in particolare, la circostanza che lo stesso si accompagnava ad un proprio familiare affetto da evidente deficit cognitivo. All’esito degli accertamenti, all’acquirente è stata contestata la violazione amministrativa legata al consumo di sostanze stupefacenti con segnalazione alla Prefettura, mentre il 43enne algerino è stato tratto in arresto e ristretto presso le camere di sicurezza della Questura. Oggi nella direttissima è stato condannato a sette mesi di reclusione, con applicazione del divieto di dimora nel capolugo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino