Ecovolontari in campo per ripulire i cigli di strade e piste ciclabili

I rappresentanti del gruppo di ecovolontari fanno il punto del loro operato con l'assessore all'ambiente Bonan
BELLUNO - Con giubbotti catarifrangenti e pinze in mano, gli ecovolontari raccolgono i rifiuti abbandonati lungo le strade dagli incivili, ma applicano anche...

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BELLUNO - Con giubbotti catarifrangenti e pinze in mano, gli ecovolontari raccolgono i rifiuti abbandonati lungo le strade dagli incivili, ma applicano anche un’attività di sensibilizzazione verso la cittadinanza. Un’attività non da poco. Dal 22 febbraio al 22 di aprile, 41 volontari hanno compiuto complessivamente 34 uscite (in tutto il feltrino) per un totale di oltre 386 ore dedicate e raccogliendo 136 sacchi di rifiuti a cui si aggiungono materiali di più grande taglia. «In questo periodo di pandemia la cittadinanza tende a muoversi in lentezza, frequentando luoghi anche non abituali – sottolinea l’assessore all’ambiente Valter Bonan -. Camminando lentamente si ammirano le bellezze, ma si prende anche consapevolezza delle fragilità del territorio, come, per esempio, l’abbandono dei rifiuti negli alvei dei torrenti o lungo i cigli delle strade o dei percorsi ciclabili». Per questa aumentata consapevolezza, sommata alla pubblicità fatta anche sui social, si è registrato un aumento delle persone che dedicano il loro tempo a questa attività. 



IL GRUPPO 
Il gruppo di ecovolontari è nato nel 2016 su iniziativa dell’Unione Montana Feltrina. «Siamo partiti in 8, ora siamo 46 – spiega Dermes Zanella, coordinatore del gruppo -. persone di tutte le età, accomunate da un forte senso ecologico ed ambientale e della volontà di prendersi cura del bene comune». Nelle loro uscite trovano di tutto: fazzoletti di carta, sigarette, carte di caramelle, cose che le persone potrebbero tranquillamente mettere in tasca e portarsi a casa. Abbandoni anche a pochi metri di distanza dai cestini. Come spiega un’altra ecovolontaria, Pierina Levorato, «nella zona più centrale troviamo soprattutto mozziconi; un giorno, in una piccola zona, ce n’erano 270. A lasciarli è soprattutto gente del posto». In periferia è un’altra storia. «Alcuni proprietari di cani mettono le deiezioni dei cani nei sacchetti – racconta Pierina – ma poi o li nascondono sotto le siepi o li lanciano, tant’è che li troviamo a penzoloni sugli alberi. Poi ci sono i ciclisti, che lanciano le lattine e le bottigliette di liquidi energetici. Tra le zone più sensibili, quelle vicine alle scuole. Con la pandemia le cose non sono cambiate; c’è stato un po’ di calo, ma legato al fatto che c’era meno gente in giro. Poche mascherine fortunatamente, ma tanti braccialetti che l’Usl dà all’ingresso per permettere l’accesso all’ospedale. 


L’IMPEGNO 


«Il Comune – aggiunge Bonan - ringrazia questi ecovolontari, ma anche tutti i cittadini ed i comitati che dedicano il loro tempo alla cura del territorio. E lo fanno non perché c’è un regolamento o un’imposizione, ma semplicemente perché amano il luogo dove vivono. Senza contare che queste iniziative sono l’occasione per le persone di incontrarsi e confrontarsi». L’assessore sottolinea inoltre che tale attività non si sostituisce, ma si integra con quella che viene fatta dal Comune.

 

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Il Gazzettino