Jesolo, pub chiuso dopo il pestaggio del tunisino, spunta un cartello di solidarietà

JESOLO «Vicini a Mary e Gianni». E' il testo del cartello appeso alla vetrina del bar Comida, il locale che si trova a due passi da piazza Milano e che era stato...

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JESOLO «Vicini a Mary e Gianni». E' il testo del cartello appeso alla vetrina del bar Comida, il locale che si trova a due passi da piazza Milano e che era stato fatto chiudere per una settimana su disposizione del Questore di Venezia, dopo il selvaggio pestaggio di un tunisino che è ancora ricoverato all'ospedale dell'Angelo di Mestre. Un'aggressione avvenuta a un centinaio di metri dal locale e dopo che l'uomo aveva importunato dei clienti. Per questo motivo nei confronti del locale, dopo la chiusura, sono arrivati diversi messaggi di solidarietà. Ora anche questo cartello, definito dallo stesso gestore Gianni Zatta «una sorpresa». Intanto, in città continua a far discutere l'ordinanza firmata dal sindaco Valerio Zoggia, che per tutti i sabato sera dell'estate vieta il consumo, la vendita e la detenzione di alcolici nel suolo pubblico dalle ore 20.


LE VOCI DEI GESTORI
«La volontà del Comune dice Enrico Perdon, titolare di uno storico market di piazza Mazzini di fermare certe situazioni è condivisibile, ma lo scorso anno con lo stesso divieto era consentita la vendita di alcolici per uso domestico in contenitori sigillati, ora non è più possibile. Per colpa di poche persone che creano problemi, ci rimettono tutti: le attività, che hanno un crollo di fatturato, e quei clienti che vorrebbero acquistare delle bottiglie di vino o di birra semplicemente per berle nel loro appartamento o per portarle a casa dopo aver terminato la vacanza. Per molti ospiti risulta difficile comprendere questo divieto».

CONFCOMMERCIO
E sulla questione è intervenuto nuovamente anche Alberto Teso, delegato comunale di Confcommercio, che difende il ruolo delle attività: «L'imprenditore privato spiega Teso - non ha alcuna facoltà di intervenire su quanto succede fuori dal locale, e rischia di macchiarsi a propria volta di reati quali la violenza privata o l'esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Ricordo che fino a pochi anni fa avevamo coordinato, come Confcommercio, l'assunzione di guardie giurate pagate degli esercenti delle vie centrali di Jesolo per controllare che a notte inoltrata, quando è del tutto assente la forza pubblica, non vi fossero episodi violenti o anche solo di disturbo. Siamo stati formalmente richiamati dall'autorità di pubblica sicurezza, che ha giustamente ricordato come le guardie giurate possano vigilare solo sui beni di proprietà privata, non certo sull'ordine pubblico. Oggi, invece, ci vengono imposte delle figure dalle caratteristiche quantomai nebulose e indefinite come gli steward, il cui mai chiarito ruolo dovrebbe in qualche modo sopperire alle carenze dell'autorità in tema di sicurezza pubblica».
 


Per questo sono stati sollecitati sì maggiori controlli ma senza penalizzare le attività: «Come uomini, imprenditori e cittadini di un paese libero conclude il delegato di Confcommercio - ci rifiutiamo di accettare rimpalli di responsabilità o accuse generiche ed ingiustificate. Ognuno deve fare il proprio dovere». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino