Impennata di disagi mentali dopo la pandemia. I medici: «Siamo pochi»

L’anno scorso 15mila trevigiani in cura. Gli psichiatri scrivono all’Usl, preoccupati: «Troppi pazienti, non ce la facciamo»

Impennata di disagi mentali dopo la pandemia. I medici: «Siamo pochi»
TREVISO - I numeri sono quelli di una vera e propria emergenza sul fronte della salute mentale. Da una parte aumentano le persone con disturbi psichici: c’è un...

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TREVISO - I numeri sono quelli di una vera e propria emergenza sul fronte della salute mentale. Da una parte aumentano le persone con disturbi psichici: c’è un incremento medio del 30% rispetto a prima dell’emergenza Covid. L’anno scorso, in particolare, sono stati 15mila i trevigiani che si sono rivolti ai servizi di psichiatria. Più del doppio del 2020. Dall’altra parte, però, non si trovano tutti gli psichiatri necessari. Nell’Usl della Marca ne mancano 14. Oggi ce ne sono 32 in servizio. Dovrebbero essere 46. Il Consiglio di Stato, poi, ha bloccato l’ultimo concorso di Azienda Zero per la selezione di nuovi psicologi. E così per ora sono saltate quasi 25 assunzioni nel trevigiano. È lo stesso personale in servizio nei distretti a lanciare l’allarme: alcuni psichiatri hanno scritto alla direzione dell’Usl evidenziando tutta la loro preoccupazione per l’aumento dei casi. «Capisco la preoccupazione - spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl -. Purtroppo ad oggi, nonostante i tentativi, non si trovano psichiatri. Non ci sono proprio: qui il discorso non riguarda la scelta del privato rispetto al pubblico». «Le proiezioni ci dicono che il numero di specialisti disponibili aumenterà verso la fine del 2024. Anche se, va detto, la psichiatria sconta pure una crisi delle vocazioni - aggiunge -. Nel frattempo puntiamo a rafforzare comunque i servizi attraverso un’organizzazione multidisciplinare e con l’assunzione di nuovi psicologi, auspicando che il nodo relativo all’ultimo concorso possa essere sciolto quanto prima».

I NUMERI

Le stime generali evidenziano che una persona su quattro nel corso della vita si ritrova a soffrire di piccoli o grandi disturbi mentali. Per la Marca vuol dire oltre 200mila persone. Dopo l’emergenza Covid si sono moltiplicati in particolare i casi di ansia, depressione, disturbi della personalità e del comportamento, disturbi dell’alimentazione, difficoltà legate a lutti non elaborati e così via. Soprattutto tra i giovani tra i 18 e i 24 anni. Nello specifico, i disturbi nevrotici legati a stress sono passati dai 924 del 2020 ai 2.328 dell’anno scorso. I disturbi affettivi da 1.500 addirittura a 4.048. In crescita anche i disturbi della personalità e del comportamento negli adulti (da 650 a 1.850) e i casi di schizofrenia (da 382 a 2.700). «Stiamo vivendo una vera emergenza per quanto riguarda i disagi di natura psichica - dice Roberto Rigoli, direttore sociosanitario dell’Usl - l’emergenza Covid ha lasciato strascichi pesantissimi. E nei servizi impegnati su questo fronte si sta operando a ritmi in linea con quelli visti negli ospedali proprio durante la pandemia». A livello di opinione pubblica pesano anche i recenti casi di cronaca, tra atteggiamenti aggressivi e comportamenti violenti. Ma su questo Benazzi spazza il campo: «Tanti casi sono legati a situazioni sociali precarie - sottolinea - lo conferma anche il fatto che nessuno tra le persone che hanno assunto atteggiamenti aggressivi o violenti era stato segnalato ai nostri servizi». E senza una segnalazione, eventualmente anche da parte delle stesse famiglie, è sostanzialmente impossibile intervenire. Ma le tensioni sociali aumentano.

LE PROPOSTE

Qualcuno, non è un mistero, arriva a invocare la riapertura dei manicomi. «Credo che la legge Basaglia non vada assolutamente toccata - ha già messo in chiaro Benazzi - ha dato dignità alle persone con malattie mentali, cosa che non avevano all’interno dei manicomi. Di contro, vanno sicuramente rinforzati i servizi territoriali». Si inserisce in questo contesto l’attività portata avanti attraverso lo schema della psichiatria di comunità. Così come i progetti per il futuro. A partire dalla previsione di aprire tre nuove strutture residenziali nella Marca per percorsi di riabilitazione.

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Il Gazzettino