Teoria Gender. Massimo Gandolfini: «Sentirsi uomo in un corpo di donna è una patologia che va curata»

Il noto e discusso psichiatra venerdì ha incontrato gli studenti di due istituti scolastici della provincia pordenonese

Psichiatra e neurochirurgo Massimo Gandolfini
SACILE - Due incontri con gli studenti su temi d'attualità, quelli tenutisi venerdì al Marchesini di Sacile e all’istituto Carniello - Scuola del legno di...

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SACILE - Due incontri con gli studenti su temi d'attualità, quelli tenutisi venerdì al Marchesini di Sacile e all’istituto Carniello - Scuola del legno di Brugnera. Organizzata da Rudy Milanese e coordinata dalla professoressa Luana Leone, la mattinata ha visto poco meno di 200 ragazzi partecipare a “La cannabis e i suoi falsi miti” (all'istituto sacilese) e “La natura è madre di vita” (al Carniello), compresi entrambi nell'Isis. Particolarmente scottante e destinato a far discutere il secondo incontro, incentrato sul tema del Gender, o identità di genere. A parlare in entrambe le sessioni, il noto psichiatra, neurochirurgo Massimo Gandolfini, consulente del governo per le questioni legate alla droga e leader della manifestazione conservatrice Family day.

LA DROGA

Il primo appuntamento, durato un paio d'ore, è stato seguito da un'ottantina di studenti all'aula magna del Marchesini. Racconta la professoressa Leone: «Le tematiche sono state affrontate in maniera esclusivamente scientifica, come ha ricordato più volte il relatore che ha affermato che non esistono droghe leggere o pesanti e la cannabis porta ad un alto livello di assuefazione e dipendenza». Il Gandolfini pensiero è noto: oltre a quanto già espresso, ognuno reagisce alla sostanza in maniera diversa. «Qualcuno sviluppa cioè la dipendenza prima di altri, sfociando comunque in dosaggi sempre più alti col passar del tempo». Confermato dall'esperto anche un altro pericoloso costume: «La canna che fumano oggi i nostri ragazzi non è certo come quella del '68. Il principio attivo è molto più presente e forte, per non parlare dei rischi legati alle sostanze usate per tagliare il prodotto, alcuni topicidi ad esempio». Come hanno reagito i ragazzi alle parole del professore? Delusa, Leone non nasconde che «purtroppo non c'è stata alcuna reazione. Gli studenti erano bloccati, anche se li vedevo sorridersi tra di loro ammiccando. Nessuno ha avuto il coraggio di esporsi». Per sua esperienza di insegnante il fenomeno "canne" è diffuso? Leone non ha dubbi: «Molto diffuso, davvero tanto. Con una triste novità che ho osservato quest'anno: si sente evidente l'odore della cannabis anche alla fermata dei bus che prendono i ragazzi».


L’IDENTITÀ SESSUALE

Seconda parte di mattinata dedicata al tema gender, con sottotitolo "Identità di genere: rivoluzione o involuzione?". Tema estremamente delicato, quello dell'identità sessuale e dei - delle giovani che si sentono prigionieri in un corpo che non rispecchia la sessualità che sentono. «Il professor Gandolfini ha trattato l'argomento con estrema delicatezza e facendo subito un distinguo tra genere e preferenze sessuali». E qui il pensiero dell'oratore che a sostegno delle sue tesi porta anche studi scientifici non è accettato da tutti, anzi: «Sentirsi uomo in un corpo di donna o viceversa è una patologia psicologica che va curata. Gandolfini ha escluso di parlare per credo religioso o ideologia, ma solo in senso scientifico». I cosiddetti transgender visti come soggetti malati e da curare. «Ciò che ha spiegato il professore è poi che spesso queste persone rivelano di aver subito dei traumi. nei loro confronti, ha aggiunto, bisogna avere molta delicatezza e rispetto». 


LA TERMINOLOGIA

Gandolfini ha parlato di non diversi, ma differenti, «perché il termine diverso suona offensivo e anche la modalità linguistica che si usa è importante». Forte della propria esperienza di insegnante Leone non ha dubbi: «Ve ne sono sempre di più. Già nel 2017, allora insegnavo in una scuola media, per ogni classe contavo un ragazzino con atteggiamenti femminili. Il dottor Gandolfini sostiene si tratti di ideologia». Il pensiero che fluttua tra i giovani «il poter essere tutto ciò che si vuole che è però pensiero molto pericoloso. Sono ragazzi che vanno aiutati, per capirsi meglio, per essere ricondotti sulla strada giusta». 

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LE REAZIONI DEGLI STUDENTI

Posizioni, quelle illustrate affrontando il tema gender, che hanno scatenato qualche polemica tra gli insegnanti, anche se durante l'incontro nessuno di loro si è espresso. A dire il vero, anche i ragazzi hanno tenuto la bocca chiusa. «Abbiamo avuto solo 2 interventi: una ragazza che ha respinto l'ipotesi dei traumi e una seconda studentessa pro Lgbt che a fine incontro si è complimentata con l'ospite per il modo in cui aveva trattato il delicato argomento». L'incontro di venerdì era stato organizzato dai docenti di religione dei 2 istituti ed inserito nel ciclo "A scuola di libertà" che ha affrontato altri 2 temi importanti: la violenza sulle donne e lo stato delle carceri italiane. 

 

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Il Gazzettino