La carica degli 800 in mascherina: prova di ammissione a medicina veterinaria in clima Covid

Alla prova di ammissione in ottocento
PADOVA - Una distesa di banchi esattamente distanziati l'uno dall'altro, mascherina per tutti e in mano solo una borraccia d'acqua e qualche snack confezionato:...

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PADOVA - Una distesa di banchi esattamente distanziati l'uno dall'altro, mascherina per tutti e in mano solo una borraccia d'acqua e qualche snack confezionato: così l'emergenza Coronavirus ha cambiato i test d'ingresso all'università di Padova. 


Si è svolta ieri mattina in Fiera la prova di accesso alla facoltà di Medicina Veterinaria per circa ottocento ragazzi e ragazze alle prese con le regole anti-Covid. Le chiacchierate nei corridoi, lo scambio di consigli dell'ultimo minuto, la ressa fuori dall'aula poco prima dell'appello ormai sembrano un lontano ricordo. All'interno del padiglione 7 regna l'ordine e il silenzio. L'unico brusio arriva dall'ingresso, dove decine di dipendenti del Bo e volontari della Protezione civile danno indicazioni ai tanti giovani che cercano di prendere posto.

UNO ALLA VOLTA
Si entra uno alla volta e, dopo l'igienizzazione delle mani, ci si dirige verso il guardaroba per lasciare giacche, borse e zaini. Tutto viene inserito all'interno di grandi sacchi in plastica per evitare eventuali contaminazioni. Qualche passo più in là e ci si posiziona in fila, in attesa di registrazione. Sul pavimento grandi adesivi rossi indicano dove sostare, chiaramente a un metro di distanza l'uno dall'altro, va da sé. Nessuno azzarda un movimento di troppo. A seconda dell'iniziale del cognome c'è un banco di accettazione: si mostra il documento d'identità, l'autocertificazione che attesta di non essere in isolamento e si viene indirizzati al proprio banco. La mascherina viene sollevata solo per pochi secondi, quel tanto che basta al personale tecnico per riconoscere i lineamenti dello studente attraverso la barriera in plexiglass.
 
SUL BANCO POCHE COSE
Ad ogni iscritto spetta una precisa postazione per sostenere la prova. Sul banco è permesso tenere solo qualcosa da bere e da mangiare. L'intera superficie del padiglione 7 è stata suddivisa in settori grazie ad una griglia disegnata sul pavimento. Ogni area raggruppa circa cento postazioni, affidate alla supervisione di sei persone tra personale tecnico e amministrativo. Sono stati previsti ingressi veloci, servizi dedicati a persone con disabilità e cento postazioni con tavoli tecnici per lo svolgimento delle prove nella galleria 78. Nonostante le nuove disposizioni, ieri la prova si è svolta regolarmente a partire dalle 12. Su 842 iscritti, solo 57 non si sono presentati. Sono stati segnalati disagi nel perimetro della Fiera, dove si sono formate lunghe code di ragazzi e genitori in attesa sin dalle prime ore del mattino. Molti non hanno rispettato la richiesta di presentarsi in fasce orarie scaglionate, in base all'ordine alfabetico, diffusa dall'università di Padova. I primi si sono seduti poco dopo le nove, gli ultimi alle undici e mezza. 
«Molti si sono presentati con largo anticipo fa sapere Roberta Rasa, dell'Ufficio Carriere Studenti - L'ansia e i dubbi sono comprensibili, ma la richiesta è di rispettare gli orari indicati per evitare assembramenti. Abbiamo osservato la presenza di genitori e accompagnatori in coda, se non strettamente necessario chiediamo ai ragazzi di arrivare da soli». 

ALL'APERTO

Ieri una mattinata soleggiata e ventilata ha conciliato l'attesa all'aperto. «Ho studiato al liceo classico ma tento Veterinaria e Medicina fa sapere Matilde Benello, 19 anni di Mestre - Ho iniziato a studiare a febbraio e mi sento pronta. Ho rispettato l'orario di arrivo, è tutto molto strano, ma se si rispettano le distanze sono serena. Fino a quando non c'è sicurezza è meglio così». Arrivano da San Bonifacio, in provincia di Verona, Marco Zansavio, 21 anni e il papà Marcellino. «Siamo arrivati alle dieci e l'attesa è snervante ammette il giovane - Da sempre coltivo una grande passione per gli animali, se non va bene penserò all'estero».
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Il Gazzettino