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ROVIGO - Anche Rovigo, come già successo in altre piazze italiane, si prepara ad accogliere la manifestazione di protesta degli agricoltori, contro le nuove decisioni dell'Unione europea. È previsto per lunedì l'arrivo nel capoluogo polesano della marcia dei trattori, sulla scorta di quanto già avvenuto a Verona. «Le proteste degli agricoltori esasperati sono il frutto di politiche europee cieche e sorde - afferma il presidente di Confagricoltura, Lauro Ballani - massima libertà ai nostri associati di scendere in piazza, ma per portare a casa risultati, bisogna continuare il lavoro di pressing ai tavoli istituzionali. Purtroppo i vertici dell'Europa non hanno compreso il livello di esasperazione che provano gli agricoltori e continuano a proseguire con la politica dei vincoli e dei divieti. E questo è il risultato». Sono diverse settimane che le proteste degli agricoltori stanno interessando un po' tutta l'Europa, Germania e Francia in primisi. La manifestazione del 5 febbraio arriverà fino in centro città, con una sfilata di trattori. Anche Confagricoltura Veneto, sollecitata dagli associati, sta considerando di scendere in piazza a Padova, per far sentire la voce del malcontento e ribadire le richieste che sono state avanzate su tutti i tavoli istituzionali, da Roma a Bruxelles.
I PROBLEMI
«Le esigenze degli agricoltori non sono state ascoltate negli ultimi anni - prosegue Ballani - tanto che la Ue ha chiesto di diminuire la produttività del 20%. In questi giorni, in seguito alle nostre richieste e sull'onda delle proteste, la Commissione europea ha deciso per il 2024 di riproporre la deroga all'obbligo del 4% delle terre improduttive, inserendo però il vincolo di destinare il 7% della superficie a colture intercalari, come le leguminose o azotofissatrici come la soia, da coltivare senza l'impiego di prodotti fitosanitari. Posta così, la deroga diventa penalizzante.
Il Gazzettino