In duecento alla protesta contro le multe ai bambini che giocano in campo

In duecento alla protesta contro le multe ai bambini che giocano in campo
VENEZIA - La vicenda dei ragazzini multati alla Giudecca, mentre giocavano a pallone in campiello Junghans, e l’imminente lockdown, hanno generato ieri una serie di...

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VENEZIA - La vicenda dei ragazzini multati alla Giudecca, mentre giocavano a pallone in campiello Junghans, e l’imminente lockdown, hanno generato ieri una serie di iniziative rivolte alla situazione dei bambini in città. In mattinata, la comunità di Sacca Fisola, appoggiata dalla Polisportiva locale, ha promosso una manifestazione nel campo sportivo dell’isola, con circa 200 fra bambini e mamme. Il messaggio verso le autorità è stato espresso da Andrea Rizzo, della Polisportiva.


«Dobbiamo prendere in esame il futuro, nel caso di altri stop allo sport all’aria aperta. A Venezia non ci sono stati contagi fra i bambini che hanno svolto sport, perché, a partire dalla sanificazione degli spogliator, ai gel, al rilevamento della temperatura corporea, ci sono protocolli ed educatori che ottemperano pienamente alle misure precauzionali. È sbagliato fermare lo sport ed il sistema di chiusura deve cambiare le sue regole. La situazione è che bambini non possono andare a scuola, non fanno sport e non devono nemmeno giocare in campo. Ci si dimentica che sono il nostro futuro».
Di quanto accaduto alla Junghans parla anche Alberto Fantuzzo, già presidente nazionale degli Scout ed ora consigliere comunale di minoranza. «Questa vicenda mette in evidenza le contraddizioni della nostra convivenza a Venezia - dice Fantuzzo - Da sempre siamo cresciuti giocando a pallone, correndo in bici per le calli e i campi di Venezia. L’abbiamo fatto rispettando le regole, anche quelle non scritte, l’ora del silenzio, l’attenzione agli anziani e a non tirare il pallone troppo forte. I ragazzi sono vita e hanno diritto di vivere anche giocando; soprattutto giocando. Come mai adesso non è più possibile? Non è che forse trasformando la città in un residence passiamo un modello in cui chi viene una volta ogni tanto a cercare la quiete pretende che non ci sia vita, sul modello di paesi di montagna? Dobbiamo rieducare i residenti a rispettare i diritti di chi ci sarà dopo di noi e dobbiamo imporre a chi viene una volta ogni tanto a rispettare le tradizioni che da sempre contraddistinguono il nostro territorio. Sono convinto che su questo tema anche molti esponenti della maggioranza saranno d’accordo». 
All’indirizzo del sindaco Luigi Brugnaro è partita anche una petizione per salvaguardare in centro storico il gioco dei bambini. 

La petizione è stata accolta ed ospitata nel social forum Venessia.com ed ha già raggiunto le 700 firme. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino