ALTO ADIGE - Dalla voglia di secessione in Alto Adige, alla valutazione di impugnazione in Veneto, c’è fermento a Nordest contro il decreto sull’obbligo...
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Si tratta di nuclei familiari residenti nelle zone di confine di Vipiteno, Bressanone e alta Val Venosta, i quali avrebbero già scritto ai presidenti italiano Sergio Mattarella e austriaco Alexander Van der Bellen, oltre che al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite di Ginevra. «Di certo non avveleneremo i nostri bambini: asilo non chiede solo chi scappa da una guerra, ma anche chi si vede privato dei diritti umani», spiega l’attivista no-vax Reinhold Holzer, un esperto di bioedilizia che negli anni ‘90 era stato protagonista di un caso mediatico: dopo che la Cassazione gli aveva tolto la potestà genitoriale per il rifiuto di vaccinare i propri quattro figli, l’uomo era scappato con la famiglia oltreconfine ed era rientrato solo dopo l’intervento dell’allora governatore altoatesino Luis Durnwalder. Ma nel frattempo Holzer non ha cambiato idea, anzi: «I vaccini sono una carneficina chimica ai danni dei nostri figli», rilancia.
Il presidente veneto Luca Zaia parte da una premessa diametralmente opposta: «La nostra posizione è assolutamente a favore della vaccinazione». Ciononostante la Regione sta valutando un’azione giudiziaria contro la normativa, nella convinzione che l’informazione debba prevalere sulle sanzioni. «Dopo averne parlato più volte con l’assessore alla Sanità, Luca Coletto – fa sapere Zaia – ho dato mandato ai tecnici regionali di compiere una analisi puntuale delle ricadute che il decreto governativo sull’obbligo vaccinale avrà sul sistema sanitario regionale del Veneto. Analisi che ha l’obiettivo di valutare se la giunta debba impugnare oppure no il provvedimento di fronte alle competenti giurisdizioni». La decisione sarà presa a breve: «Scioglieremo la riserva lunedì, al massimo martedì», assicura il leghista.
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Il Gazzettino