VILLORBA - Si è innamorato di una lucciola e pure lei, dopo qualche incontro, ha cominciato a ricambiare quel sentimento nato sulla strada con il cliente, un...
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IN TRIBUNALE
Ieri in aula la 55enne nigeriana ha ribadito le sue accuse nei confronti del 50enne, che dopo il matrimonio aveva accolto in casa sia lei che suo figlio, nato da una precedente relazione in Nigeria. In verità la coppia convive ancora sotto lo stesso tetto. Solo che l'uomo, che ha un lavoro fisso, sarebbe ormai costretto ad abitare in garage. «Era lei che mi costringeva ad accompagnarla a Villorba per prostituirsi - ha detto in udienza il padovano -, e se non lo facevo distruggeva tutto. In alcune occasioni mi ha anche aggredito, mi ha minacciato con un coltello, è per questo che sono stato costretto ad andare a vivere in garage».
LE INDAGINI
I carabinieri, dopo la denuncia della lucciola, avevano effettuato degli appostamenti cogliendo sul fatto il marito mentre la accompagnava nella piazzola della zona industriale. «È vero, ero io a portarla in auto - ha spiegato il padovano, difeso dall'avvocato Pier Francesco Ruzza -, ma non ho mai toccato i suoi soldi. So che li inviava alla sua famiglia e li dava ad altre persone, ma non ero io a costringerla a prostituirsi e non godevo dei guadagni». Il processo è stato aggiornato a febbraio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino