Mogliano Veneto. Chiedeva il pizzo alla prostituta: 30enne incastrato da un'agendina

Mogliano Veneto. Chiedeva il pizzo alla prostituta: 30enne incastrato da un'agendina
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MOGLIANO VENETO (TREVISO) - «Devi darmi 50 euro se vuoi continuare a prostituirti qui. Se non paghi avrai grossi problemi». Più che una minaccia è stata una vera e propria intimidazione, a cui una 25enne ungherese non ha però abboccato. Anzi, ha subito informato i carabinieri facendo finire a processo l’uomo che le aveva chiesto il pizzo. Ieri mattina, durante l’udienza a carico di Dumitru Baciu, 30enne moldavo residente a Breda di Piave chiamato a rispondere di tentata estorsione, è emerso che a “incastrarlo” non c’è soltanto la testimonianza della vittima (che verrà sentita in videoconferenza il prossimo 31 ottobre, sempre che si riesca a rintracciarla visto che è tornata in Ungheria, ndr) ma anche un’agendina, trovata nella sua auto dopo un banale incidente assieme a una pistola a gas, in cui teneva annotate le somme di denaro che ogni lucciola gli versava ogni settimana. Non solo: pure un’altra prostituta che esercitava lungo il Terraglio a Mogliano Veneto lo ha riconosciuto dalle foto segnaletiche in mano agli inquirenti visto che il 30enne aveva già avuto guai con la giustizia. Imputato per essere stato un “vampiro” del gasolio, era stato assolto in appello ma il suo volto è rimasto nel database delle forze dell’ordine. 


IL FATTO 
Era il 27 gennaio 2018 quando l’imputato, a tarda notte, si era fermato in auto (assieme ad altre persone rimaste ignote, ndr) nei pressi di piazza Duca d’Aosta a Mogliano Veneto, dove la 25enne ungherese si prostituiva da qualche settimana. Un’attività gestita “in proprio”, senza avere protezione da parte di nessuno. Motivo per cui, secondo la vittima, chi le ha chiesto denaro sarebbe stato a conoscenza di questo suo status di libera professionista. Avvicinata da quell’auto di colore scuro, la ragazza ha ricevuto l’avvertimento da parte del 30enne: «Paga o saranno guai». 


LA RISPOSTA 


La 25enne è stata al gioco, dicendo di essere pronta a pagare pur di togliersi da quella situazione. Quando l’auto si è allontanata, la giovane ha però chiamato i carabinieri denunciando il fatto. Messa davanti alle foto segnaletiche, non ha esitato a riconoscere colui che l’aveva minacciata facendo partire la denuncia e le successive indagini da parte della Procura. Il giorno successivo il 30enne è stato riconosciuto anche da una sua collega quando si è ripresentato per riscuotere il pizzo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino