I clienti non la pagano, la prostituta si fa dare i soldi minacciandoli con un coltello

PROSTITUZIONE La 53enne condannata aveva affittato alcuni appartamenti a Bibione e a Jesolo
UDINE - Quei clienti avevano goduto della sua prestazione, ma non l’avevano pagata. Così lei ha deciso di ricorrere alle maniere forti per ottenere quello che...

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UDINE - Quei clienti avevano goduto della sua prestazione, ma non l’avevano pagata. Così lei ha deciso di ricorrere alle maniere forti per ottenere quello che l’avvocato Gabriele Parrini ha definito «diritto al compenso». Helena, straniera cinquantatrenne, fa la prostituta e ieri è comparsa davanti al gup del tribunale di Pordenone Monica Biasutti per rispondere di 4 episodi di rapina a mano armata e lesioni personali. Tutti nell’ambito della sua professione, avvenuti tra luglio e settembre del 2018 nelle località balneari di Bibione e Jesolo. Il pm aveva chiesto otto anni di reclusione, ma durante l’udienza è emerso che solo una delle quattro rapine contestate alla donna era avvenuta senza alcun dubbio, ragion per cui, con rito abbreviato e con le attenuanti, è stata condannata a un anno e tre mesi di reclusione. Con lei ci sarebbe dovuta essere un’altra prostituta la cui posizione, visto che è irreperibile, è stata stralciata.


LA VICENDA
La cinquantatreenne aveva preso in affitto degli appartamenti per poter accogliere i clienti in un ambiente sicuro, senza troppi sguardi indiscreti. Cosa ancora più facile durante la stagione estiva, quando Bibione e Jesolo sono affollate di turisti provenienti da ogni dove. Tra gli uomini che avevano usufruito delle sue prestazioni c’erano due residenti a San Michele al Tagliamento (Bibione è sotto questo Comune), uno a Udine e un altro a Longarone. E sono questi quattro a essere finiti al centro della vicenda giudiziaria: hanno infatti denunciato Helena per rapina a mano armata perchè la donna li avrebbe minacciati con un coltello e derubati. La donna da subito si è “giustificata” asserendo che i quattro clienti non l’avevano pagata e quei cinquanta euro a prestazione le erano dovuti. Per questo era ricorsa alle maniere forti, con tanto di coltello in mano. Ma solo uno di loro è stato in grado di riconoscere con certezza la 53enne da una foto segnaletica; uno al 70%, un altro al 40% e il quarto non l’ha proprio identificata. Così è stato riconosciuto solo un episodio di rapina a mano armata e lesioni, quello ai danni del cliente residente a Udine. E di conseguenza il gup pordenonese Biasutti ieri mattina l’ha condannata in abbreviato e con le attenuanti a un anno e tre mesi di reclusione.


LA DIFESA


L’avvocato Gabriele Parrini, che difende Helena, ha annunciato che farà ricorso in Appello. «Non c’è stata alcuna rapina. Si tratta di esercizio arbitrario delle proprie ragioni perchè quei soldi la mia cliente li meritava, erano la sua retribuzione. Certo, in Italia questo tipo di prestazioni non sono riconosciute anche se, qui in Friuli, basta fare qualche chilometro e varcare il confine per poter trovare dei luoghi dove le prostitute possono esercitare liberamente. Quello che chiedeva Helena era un profitto lecito: anche per lei esiste il diritto al compenso».
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Il Gazzettino