​Bolgheri batte Bolgaré L'Italia: «Ora valga anche per Prosecco-Prošek»

Bolgheri batte Bolgaré L'Italia: «Ora valga anche per Prosecco-Prošek»
Prošek-Prosecco? È come Bolgaré-Bolgheri: un'assonanza inaccettabile. A dirlo è il fronte del made in Italy, dal ministero delle Politiche agricole...

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Prošek-Prosecco? È come Bolgaré-Bolgheri: un'assonanza inaccettabile. A dirlo è il fronte del made in Italy, dal ministero delle Politiche agricole a Coldiretti, ora che l'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (Euipo) ha accolto il ricorso presentato dal Consorzio della Doc toscana Bolgheri e Bolgheri Sassicaia contro l'azienda bulgara Domaine Boyar International, che nel 2017 aveva depositato il marchio Bolgaré.


IL NESSO

Al termine di un contenzioso durato cinque anni, la struttura con sede ad Alicante ha stabilito che quell'imitazione è illegittima e le rappresentanze italiane confidano che questo rappresenti un precedente utile alla loro battaglia contro le istituzioni croate. «Se ne tenga conto anche per la vicenda Prosecco vs Prošek», dice infatti il sottosegretario Gian Marco Centinaio. «Ora basta Prošek», concorda il presidente Ettore Prandini. Peraltro in questo pronunciamento, il caso Prosecco viene espressamente citato a proposito della concorrenza tentata dal Perisecco e l'Euipo afferma che in quella circostanza venne accettata «la Dop italiana come debitamente motivata». Anche su questa base, dunque, «il Collegio ritiene probabile che il consumatore italiano di riferimento stabilisca un nesso sufficientemente chiaro e diretto tra l'impugnato marchio Bolgaré, utilizzato per designare la merce contestata, e il prodotto tutelato dalla Dop Bolgheri». Secondo l'Ufficio, infatti, è quest'ultima l'immagine che viene «scatenata direttamente» nella mente del consumatore italiano, pur «ragionevolmente ben informato e ragionevolmente attento e avveduto». Di qui il verdetto: «Almeno dalla prospettiva del pubblico italiano, il marchio impugnato costituisce un'evocazione della precedente Dop».


La cantina di Sofia aveva sostenuto di aver agito in «buona fede», pensando che i consumatori avrebbero associato Bolgaré più con Bulgaria che con Bolgheri. A questo riguardo l'Euipo ammette che «può benissimo essere che il richiedente non abbia creato di proposito un marchio che somigli così fortemente a una Dop», tuttavia «avrebbe dovuto svolgere ricerche più approfondite per accertarsi che detto marchio non violasse alcuna indicazione geografica protetta esistente, in particolare quelle che proteggono beni identici come il vino nel caso in questione». (a.pe.)
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Il Gazzettino