TREVISO - Una vendemmia eccezionale: oltre 4 milioni di ettolitri contro i 3,2 dello scorso anno. Nel segmento dei vini bianchi è la prima volta che la Marca registra...
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LA SOLUZIONE «Non ha senso. Per questo il Consorzio si impegna ad insegnare ai viticoltori a produrre di meno». Parola di Stefano Zanette, presidente della Doc. «Spiace a tutti vedere le uve a terra, ma da parte del Consorzio essere inflessibili sui quantitativi è un segno di serietà». Per questo si rende necessaria un'educazione alla programmazione e soprattutto è fondamentale far passare l'idea che produrre troppo porta alla svalutazione. «Spiegheremo come gestire bene il vigneto, come effettuare controlli sulla potatura e la concimazione. I quantitativi di prosecco Doc sono stabiliti, una parte si può usare per la produzione di vini generici bianchi. Oltre non ha senso».
ANNATA ECCEZIONALE «Da 30 anni non si vedeva una produzione così. Questo ha consentito di poter immagazzinare del prodotto, per periodi di minor abbondanza, da sbloccare al momento opportuno». La vendemmia 2018 ha anche riportato ad equilibrio i prezzi: si è scesi dai 2,10 euro per litro del 2017 agli 1,75/1,80 attuali. Il controllo sui prezzi era una delle priorità del Consorzio. «Il Consorzio è assolutamente in grado di assolvere uno dei suoi compiti principali: rassicurare i mercati garantendo l'equilibrio tra domanda e offerta. Infatti, grazie al modello di pianificazione adottato dal Consorzio fin dal 2011, arriveremo a congiuntura senza tensioni nei prezzi».
MERCATO ESTERO I mercati internazionali ripagano la pianificazione a tolleranza zero del Consorzio: nei primi 9 mesi del 2018, le vendite di prosecco Doc sono cresciute a livello mondiale del +5%. Il dato interessante riguarda la diversificazione sul fronte dei mercati esteri. «La nostra quota export pari al 75% della produzione si era concentrata su alcuni paesi chiave. Regno Unito, Stati Uniti e Germania, da soli se ne accaparravano circa i due terzi». Un rischio elevato in ogni caso, basti pensare a situazioni come la Brexit o l'eventualità paventata dagli Usa di introdurre dei dazi. Da qui la volontà di estendere la rosa dei mercati chiave. «La Russia che dopo alcuni anni di flessione registra un balzo del +28% negli ordini o Taiwan con +115%, Polonia +84,1%, Belgio + 63,9 - prosegue Zanette -. Singolare il trend della Francia, nel quale per rispetto delle produzioni non abbiamo mai intrapreso campagne di promozione, e nonostante ciò è diventato il nostro quarto mercato e quest'anno registra +26%. Infine Australia +38,5% e Svezia + 40,4%».
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Il Gazzettino