L'ALLARME - Ad un anno esatto dal riconoscimento delle colline Patrimonio mondiale dell'Unesco dentro alla bottiglia del prosecco sta per scatenarsi la tempesta...
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Per la Coldiretti si tratta di «un pericolo concreto a solo un anno di distanza dal prestigioso riconoscimento: se entrassero in vigore dazi del 100% ad valorem una bottiglia di Prosecco venduta in media oggi al dettaglio in Usa a 10 dollari ne verrebbe a costare 15, con una rilevante perdita di competitività rispetto alle produzioni che invece non vengono colpite.
LE PROSPETTIVE
Fosche le prospettive sull' export, con una flessione che potrebbe raggiungere svariate centinaia di milioni di euro. «Quello che ne deriva - spiega l'associazione di categoria - è un danno enorme al comparto delle esportazioni. Gli Usa sono il principale mercato di sbocco delle pregiate bollicine che nel primo trimestre del 2020, nonostante l'emergenza coronavirus, si è mantenuto stabile mentre sono crollate nello stesso periodo del 14% in valore le esportazioni in Gran Bretagna, che si colloca così al secondo posto, secondo elaborazioni su dati Istat».
Ma le nubi all'orizzonte del Prosecco non finiscono qua. «Siamo di fronte - continua la Coldiretti a una situazione che favorisce la contemporanea crescita delle imitazioni in tutti i continenti a partire dall'Europa, dove sono in vendita bottiglie dal Kressecco al Meer-Secco prodotte in Germania, che richiamano palesemente al nostrano Prosecco, di cui esiste persino una versione sfusa alla spina in vendita nei pub del Regno Unito. L'ultima battaglia legale vinta dal Prosecco è contro le bollicine francesi senza alcol commercializzate con il nome Nosecco e destinato al mercato proprio al mercato britannico». Una concorrenza sleale di suo che diventa addirittura insopportabile in questa fase di lenta ripresa dopo lo choc economico da Covid 19.
IL PROBLEMA
«Il quadro - conclude Coldiretti - si caratterizza per le difficoltà di bar, ristoranti e alberghi che hanno segnato la fase più recente. Di fatto siamo al crollo delle vendite di vino nella ristorazione in tutto il mondo. Si teme dunque una tempesta perfetta con le tensioni determinate dall'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea a cui si aggiungono adesso le misure protezionistiche degli Stati Uniti, in una situazione in cui il commercio internazionale è già frenato dai limiti imposti dalla pandemia». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino