"Guerra delle bollicine" sotto l'albero: nasce il Prosecco Trieste I trevigiani: «Brinderemo con loro»

"Guerra delle bollicine" sotto l'albero: nasce il Prosecco Trieste I trevigiani: «Brinderemo con loro»
Il Friuli Venezia Giulia alza il tiro e la "guerra del Prosecco"  conosce un nuovo capitolo proprio sotto Natale: tre piccoli  produttori triestini (Andrej...

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Il Friuli Venezia Giulia alza il tiro e la "guerra del Prosecco"  conosce un nuovo capitolo proprio sotto Natale: tre piccoli  produttori triestini (Andrej Bole il capofila, Rado Kocjancic e la più giovane "collega" Tanja Zahar)  lanciano la sfida e stasera presentano il "marchio" Prosecco Trieste. A  Dolga Krona, punto vendita di vini sulle colline di San Dorligo della Valle (paese di 5800 abitanti sulle alture di Trieste al confine con la Slovenia) viene stappato lo spumante prodotto con l'uva Glera proprio nella zona che ha permesso la discussa concessione della Doc al Prosecco (7 anni fa) e che non aveva mai prodotto  bottiglie con quel nome. Il Prosecco è ormai il prodotto enoico più venduto al mondo e il testa a testa con lo Champagne verrà vinto anche quest'anno dalle nostre bollicine: anche il Friuli Venezia Giulia vuole entrare nel business.


Proprio le bollicine sono in efftti l'oggetto del contendere, nel senso che di Prosecco fermo tutto il Fvg è ricco, ma quando si parla di spumantizzazione il discorso cambia. «Ho sempre prodotto la Glera e continuerò a farlo - spiega infatti Bole - ma sinora come spumantista non avevo esperienza. Un paio d’anni fa avevo incominciato con lo spumante Pis’cianzi Brut, ma era solo una prova, non eravamo in grado di ottenere un grande prodotto. Al momento, sono l’unico ad attenermi ai parametri della Prosecco Doc che si differenzia da quantità di uva prodotta in relazione alla superficie: noi non arriviamo neanche a 100 quintali e con meno metratura aumenta la qualità dello spumante».
 
 «È una sfida personale, voglio dimostrare che non esistono solo i friulani o i veneti per il Prosecco, noi possiamo fare anche meglio». Per il momento la produzione sarà solo di duemila bottiglie. La cantina in verità aveva prodotto  un Prosecco fermo, nel 2010, ma non aveva sfondato sul mercato. Da ricordare che il successo del Prosecco parte dai primi anni 90: prima come IGT (indicazione geografica tipica), ha conseguito nel 2009 la DOC, incrementando ovviamente la qualità. Alcune denominazioni hanno poi assunto il marchio DOCG (Montello e Colli Asolani, Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene).

«Altro che guerra! - tuona Stefano Zanette, presidente del Consorzio trevigiano di tutela Prosecco Doc - Era una notizia che aspettavamo da tempo. E siamo stra-contenti che a Trieste alcuni produttori abbiano riavviato la produzione di Prosecco utilizzando la menzione Trieste; abbiamo favorito in tutti i modi questo processo anche apportando apposite modifiche al Disciplinare. Considero questo solo l’inizio di una sicura attenzione verso quest’area che ha una fondamentale valenza storica oltre che strategica. Oggi sono molte le aziende che vorrebbero poter produrre Prosecco, e molti arrivano addirittura a falsificarlo se non hanno i requisiti per farlo. E’ giusto invece e me ne compiaccio – conclude Zanette - che chi può farlo abbia colto la valenza di questa opportunità e da parte nostra daremo tutto il supporto, in termini di comunicazione e promozione, per contribuire a valorizzare questa meravigliosa terra».

Il presidente si dichiara «felice di poter brindare a fine anno anche con il Prosecco di Trieste».


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Il Gazzettino