Prosecco Docg Conegliano Valdobbiadene, nasce il biodistretto: «Per un territorio sostenibile e ricco di diversità»

Nasce il biodistretto del Prosecco docg Conegliano Valdobbiadene
CONEGLIANO (TREVISO) -  Prosecco Docg: il futuro bio è già presente. Il Consorzio sta creando il primo distretto viticolo biologico per promuovere la cultura...

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CONEGLIANO (TREVISO) -  Prosecco Docg: il futuro bio è già presente. Il Consorzio sta creando il primo distretto viticolo biologico per promuovere la cultura della sostenibilità come modello di gestione. Ora le carte passano alla Regione per la firma definitiva. «Biodistretto significa un territorio sostenibile e ricco di biodiversità» conferma il direttore Diego Tomasi. Sta per giungere a compimento il percorso che porterà alla nascita del Biodistretto Conegliano Valdobbiadene, iniziativa promossa dal Comune di Conegliano, capofila delle attività assieme al Consorzio del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg. Un riconoscimento ambito e del tutto meritato.

Lo statuto

Il comitato promotore sta completando la stesura dello Statuto e dell'Atto costitutivo: mancano le ultime formalità e poi la pratica passa agli organi regionali per l'approvazione. Come recita lo statuto, scopo del biodistretto è di promuovere la diffusione del metodo di agricoltura biologica anche come progetto culturale e come modello di gestione sostenibile delle risorse organizzando studi e iniziative diretti alla tutela e alla valorizzazione della natura, del paesaggio, dell'agricoltura e della viticoltura, con particolare riguardo alla comunità di riferimento. Un percorso virtuoso quello del biologico che ha portato, negli ultimi anni, ad assistere a un forte impegno da parte delle aziende comprese nei 15 comuni dell'area di Conegliano Valdobbiadene, tanto che oggi si contano 156 aziende certificate biologiche. 89 di queste sono aziende vitivinicole, oltre la metà associate al Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco. Altre 67 sono aziende di vari settori tra i quali i più rappresentati sono le coltivazioni di frutta e verdura, cereali, legumi da granella e semi oleosi, allevamento di bovini da latte, apicoltura, pane e prodotti da forno, industria lattiero-casearia.

Non solo viti

«Biologico non è solo vigneto (ad oggi il 5% del vigneto delle colline è bio) - chiarisce Diego Tomasi, che condivide questo progetto con la presidente Elvira Bortolomiol - ma un insieme di altre attività che sottostanno a una certificazione molto stringente che mira diritto alla sostenibilità. Il nostro territorio lo permette perché è ricco di biodiversità e a confermarlo sono i dati emersi da una recente indagine condotta dall'Università di Firenze che vede la presenza percentuale del bosco pari al 57% della superficie, seguito dal vigneto 30%, altri usi agricoli 9% e infine 4% di aree urbane. Il riconoscimento del Biodistretto, dimostra l'impegno verso una svolta significativa e diretta sul territorio, attraverso un lavoro sinergico tra le aziende, gli enti locali, gli organismi pubblici e privati». L'obiettivo del Biodistretto è valorizzare ancora di più le produzioni della zona e dare una certificazione di merito in più a tutti coloro che si stanno impegnando per il futuro dell'area.
 

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Il Gazzettino