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VERONA - I Finanzieri del Comando Provinciale di Verona hanno eseguito l'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Nicholas Coppola, ventisettenne veronese già sottoposto agli arresti domiciliari da diverse settimane. L'influencer delle criptovalute è stato accusato di promuovere e posizionare illegalmente prodotti e servizi d'investimento finanziario.
Le indagini
Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria locale e dirette dalla Procura della Repubblica scaligera, sono scaturite da numerose denunce per truffa presentate da decine di cittadini veronesi nei confronti del sospettato. A partire dal 2021, l'indagato ha utilizzato i propri profili sui social network, seguiti da oltre 26 mila followers, per autopromuovere un'immagine di grande successo nell'ambito finanziario, esibendo anche uno stile di vita elevato tra il Veneto e Dubai. Inoltre, pubblicizzava eventi e società attive nel settore degli investimenti in criptovalute.
Stile di vita dorato
Del resto è stato proprio attraverso il web che il giovane si è fatto conoscere. Lo dichiara nella denuncia la coppia di coniugi che sono arrivati a consegnare a lui e ai suoi due presunti complici, attualmente indagati a piede libero, 71.600 euro poi spariti nel nulla. «Si erano incuriositi osservando le gesta del signor Coppola sulle principali piattaforme social», si legge nella denuncia, dove si dà conto del suo attivismo nel promettere «guadagni mirabolanti, sicuri e garantiti, sollecitando ed inducendo il pubblico ad affidargli denaro onde consentirgli di metterlo a frutto». Anche attraverso post in cui lasciava intendere di detenere «112 Bitcoin per un controvalore pari a circa 6 milioni di euro», nell'aprile del 2021 il veronese e i suoi collaboratori avrebbero convinto marito e moglie nel giro di pochi mesi a sottoscrivere un contratto da 15.600 euro con una società apparentemente situata alle Seychelles, a comprare una moneta virtuale per altri 5.000, a versarne ulteriori 50.000 sul conto di un fondo localizzato sempre nell'arcipelago africano e infine, con la scusa che il progetto «aveva subìto uno stop per mancanza di budget», a trasferire quei soldi e aggiungere altri 1.000 euro nell'acquisto di diversi strumenti finanziari. «La rendita mensile garantita sarebbe stata pari al 5% di tale capitale», è la promessa riferita dai coniugi, che dopo qualche mese di guadagno «non ricevevano più alcunché» e hanno chiesto inutilmente la restituzione della somma, finché si sarebbero sentiti proporre da Coppola il recupero dell'importo attraverso l'ennesimo «progetto estremamente profittevole» e hanno deciso di denunciare tutto.
In carcere
Grazie a casi come questo, Coppola e i suoi soci avrebbero incamerato oltre 500.000 euro secondo le Fiamme gialle. Di fronte a queste circostanze, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Verona, su richiesta del Pubblico Ministero e considerate le prove raccolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Verona, ha deciso la sua trasferimento in carcere.
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