Rifiutano pastasciutta e pizze Profughi, dilaga lo sciopero del cibo

Rifiutano pastasciutta e pizze Profughi, dilaga lo sciopero del cibo
UDINE - Altri 722 profughi assegnati al Veneto. Il ministero dell’Interno, di fronte ai continui sbarchi, ha aumentato le quote di tutte le regioni italiane richiedendo...

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UDINE - Altri 722 profughi assegnati al Veneto. Il ministero dell’Interno, di fronte ai continui sbarchi, ha aumentato le quote di tutte le regioni italiane richiedendo complessivamente posti per quasi novemila persone in più. E così, da 5654, ora il Veneto è chiamato a garantire accoglienza a 6446 migranti. In questo momento 792 posti della vecchia quota sono ancora vacanti: significa che in tutto bisognerà trovare sistemazione ad altre 1514 persone. Va peggio soltanto a Lombardia e Campania. Il "ritocco" è stato comunicato dalla prefettura di Venezia, che specifica di essere consapevole «sulle difficoltà di trovare sempre nuove soluzioni».


Intanto a Nordest ieri è stata un’altra giornata calda. Dopo i fatti di Eraclea e di Este anche a Udine i profughi accolti dalle associazioni caritatevoli si rifiutano di mangiare quello che viene loro offerto a pranzo e a cena gratuitamente.

L’"ammutinamento" dei richiedenti asilo - che in questo caso sono prevalengtemente afghani e cingalesi provenienti dalla rotta balcanica - è scattato ieri nella mensa della Caritas di via Ronchi, nel centro di Udine. Sono stati gli stessi senzatetto e poveri della città, che frequentano il centro, a rimanere per primi sconvolti: i piatti di pastasciutta serviti dai volontari sono rimasti sul tavolo. I profughi non li hanno toccati, mettendo in atto, secondo diversi testimoni, una sorta di "protesta silenziosa". Una settantina gli stranieri che non hanno mangiato. E si scopre che non è la prima volta. I responsabili della mensa Caritas, che in questi mesi di emergenza ha aperto generosamente le porte anche la sera, per cena, con lunghe code fuori dal centro, hanno riferito alle forze dell'ordine che si è trattato di una condotta «ordinaria». Di fatto succede che quando gli stranieri si vedono servire una pastasciutta calda, prendono il piatto e buttano tutto il suo contenuto nei bidoni dell'immondizia. Non funziona più il "trucco" dell'aceto, con cui i cuochi condiscono la pastasciutta, perché si possa avvicinare di più come sapore e gusto alla dieta dei musulmani: anche questa "proposta" di menù viene ormai gettata via. Sotto gli occhi attoniti dei poveri della provincia, che non riescono a crederci, perché sanno cosa significa avere fame.

I volontari della Caritas non restano impassibili: riprendono gli stranieri, spiegando loro che la pasta deriva dalla lavorazione di un cereale e non contiene carne.Che è un prodotto salutare e che dà energia. Nulla da fare. Il tipico piatto italiano finisce tra i rifiuti. E non è il solo.

A inizio estate, in una caserma delle forze dell'ordine di Udine, era in corso il foto-segnalamento di due dozzine di clandestini, appena rintracciati in provincia; mossi da compassione, sebbene non fosse loro compito, i tutori dell'ordine hanno chiamato la Caritas chiedendo se era possibile avere un pasto caldo, così da confortare gli stranieri. I volontari sono arrivati subito, con grandi vassoi di pizze da forno. Il profumo di pomodoro e origano si è diffuso in caserma ma è durato poco: una volta consegnate ai clandestini, le pizze sono finite anche in questo caso nel bidone dei rifiuti, sotto gli occhi increduli delle forze dell'ordine.


Un terzo episodio, sempre a Udine, nella Casa dell'Immacolata di don De Roja, sovraffollata di richiedenti asilo, molti minori, nel tentativo di dare a tutti un riparo: qui i volontari si sono sentiti dire che quel cibo messo in tavola per loro, gratis, non andava bene. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino