Profughi, porte aperte a Bagnoli ma pochi vanno a visitare l'hub

PADOVA - Sono quasi 900, per la precisione 894. Per la prima volta ieri pomeriggio i residenti di Bagnoli hanno potuto verificare di persona come vivono, dove dormono, cosa...

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PADOVA - Sono quasi 900, per la precisione 894. Per la prima volta ieri pomeriggio i residenti di Bagnoli hanno potuto verificare di persona come vivono, dove dormono, cosa mangiano i migranti ospitati a San Siro, ex base aerea dell'Aeronautica. La cooperativa Edeco ha deciso di aprire le porte del sovraffollato hub di Bagnoli di Sopra, nella Bassa Padovana, da tempo al centro di violente polemiche, ma solo qualche decina di persone ha deciso di accogliere l'invito. Un numero inferiore alle aspettative. Insomma, un mezzo flop. Presenti invece i sindaci dei comuni interessati dal fenomeno migranti in zona (Roberto Milan per Bagnoli e Gianluca Piva di Agna), rappresentanti della Diocesi e della Caritas e il Comitato Bagnoli dice no che si batte per la chiusura del centro di prima accoglienza.

 
Vialetti ordinati, palazzine ridipinte di recente, pulizia dei servizi tre volte al giorno. Nonostante il sovraffollamento, le condizioni di vita sembrano abbastanza accettabili. Resta però ancora il problema della tensostruttura montata in fretta e furia qualche mese fa per consentire l'ospitalità del sempre crescente numero di ospiti. All'interno ne sono accolti un centinaio, fra letti a castello e lenzuola improvvisate come divisori per garantire una certa intimità. È in ristrutturazione un altro alloggio e a breve la cooperativa conta di svuotare e smontare tutto. Dentro il centro di prima accoglienza c'è ovviamente il servizio mensa, ma non è difficile vedere richiedenti asilo che preparano pietanze della loro terra d'origine.
 
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Il Gazzettino