Arrivano altri 700 profughi, ma a Nordest non ci sono alloggi

Arrivano altri 700 profughi, ma a Nordest non ci sono alloggi
MESTRE - Il Veneto si trova a dover affrontare una nuova ondata di immigrazione. E non lo fa con il cuore leggero. L’annuncio che a Nordest arriveranno altri 700 migranti trova...

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MESTRE - Il Veneto si trova a dover affrontare una nuova ondata di immigrazione. E non lo fa con il cuore leggero. L’annuncio che a Nordest arriveranno altri 700 migranti trova il muro dei sindaci che non hanno più strutture da offrire e carenza di siti da poter adibire, rendono la situazione alquanto incandescente.


E c’è la caccia al sito. Strutture, aree militari, dove poter ospitare i nuovi profughi. Ieri mattina rappresentanti della Prefettura di Treviso, dei Vigili del Fuoco, della Caritas e del Demanio hanno fatto un sopralluogo tra le strutture abbandonate dai militari, tra Susegana e Santa Lucia di Piave, il poligono un tempo utilizzato per le manovre dei carriarmati dell'Esercito. E la prima sensazione è più che positiva: «Siamo in una fase esplorativa, ma la struttura sembra utilizzabile, anche se non nell'immediato - spiega don Davide Schiavon, direttore della Caritas - ci sono degli hangar dotati di elettricità e impianti igienici che permetterebbero di evitare l'installazione delle tende. Certo servirebbe un grande lavoro».

È un'ipotesi. La commissione è anche andata a vedere i 52 ettari di terreno di San Biagio in via Silvio Pellico, zona che invece si presterebbe più a una tendopoli, soluzione che rimane nel mazzo delle strade percorribili ma che tutti vorrebbero evitare. Ma si pensa anche ad altro: «Stiamo cercando qualche imprenditore disposto a mettere a disposizione un capannone inutilizzato - spiega l'assessore trevigiano Liana Manfio - ovviamente lo si prenderebbe in affitto». La Prefettura vuole invece evitare le requisizioni di immobili, come suggerito dal Ministero. A oggi, tanto per dirne una, non è arrivata nemmeno una domanda per aderire al bando emanato per trovare strutture anche alberghiere disposte ad accogliere i profughi. Ieri mattina alle quattro sono arrivati 21 ragazze eritree e 3 ragazzi, tutti compresi tra i 18 e i 22 anni. Hanno trovato ospitalità, ancora una volta, dal parroco di Paderno di Ponzano don Aldo Danieli.

A Venezia il quadro non cambia. Ventuno profughi in tutto, ma solo per adesso. Sono quelli arrivati l’altra notte a Venezia, provenienti da Taranto, e ora ospitati in una comunità per minori e richiedenti asilo a Tessera e in un ostello a Mira. Sette migranti dall’Eritrea, tutti uomini sui 25 anni, sono stati sistemati a Forte Rossarol, mentre gli altri 14 sono stati accolti nell’"Ostello a colori" di Giare, a Mira. Da come si sta muovendo la Prefettura, appare chiaro che gli arrivi nella provincia di Venezia non si fermeranno a questi 21.


A Padova fino a qualche giorno fa la Prefettura certificava 403 profughi. Poi negli ultimi due giorni sono arrivate 32 persone e secondo le stime ne dovrebbe ospitare altri 133. Ma le strutture sono ormai sature. Padova come territorio ha avuto da tempo un tetto limite di accoglienza, fissato in 710 rifugiati e non ci siamo ancora arrivati. La situazione è drammatica e la Prefettura, che oggi prevede l’arrivo di un nuovo contingente, deve trovare una soluzione, superando il muro dei comuni della provincia che non intendono mettere strutture proprie. Si torna a parlare quindi di alcuni siti: l’ex seminario di Tencarola, ma il sindaco di Selvazzano, Soranzo, ha già detto no. E le caserme. Ma non quelle di Padova, vista la resistenza del sindaco Bitonci. A questo punto restano due opzioni. La base missilistica di Bagnoli e l’ex base aeronautica del Comando del Primo Roc a Giarre, frazione di Abano. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino