Profughi, il ministro Alfano alza le quote: altri 90 per ogni provincia

Profughi, il ministro Alfano alza le quote: altri 90 per ogni provincia
La circolare del Dipartimento per l'immigrazione e i diritti civili è partita. La ricerca di posti per i rischiedenti asilo sbarcati sulle nostre coste è diventata...

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La circolare del Dipartimento per l'immigrazione e i diritti civili è partita. La ricerca di posti per i rischiedenti asilo sbarcati sulle nostre coste è diventata necessaria e la linea attendista del Viminale, che ha cercato di evitare lo scontro con Comuni e Regioni sul tema più ”caldo” in vista delle elezioni, non è più praticabile. Ma il ministero sceglie ancora la via diplomatica e non indica una distribuzione dei migranti nelle province in proporzione al territorio e alla densità, così come prevederebbe la legge. Si cercano oltre 8.500 posti, da distribuire in 93 province, è solo una richiesta. La circolare, inviata a tutti i prefetti, tranne ai nove siciliani, per riequilibrare la distribuzione resta in attesa di risposte: la mediazione spetterà all'Anci e alla conferenza delle Regioni, che giovedì incontreranno il ministro Angelino Alfano e dovranno dare un segnale concreto della disponibilità annunciata negli appuntamenti passati.




La requisizione sarà impraticabile fino al 31 maggio.

L'ondata degli oltre 7.000 arrivi negli ultimi quattro giorni non lascia margini. Ma la circolare con la quale Mario Morcone, capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione, sollecita i prefetti è significativa. In media si tratta di meno di un centinaio di richiedenti asilo per ogni provincia. Ma la tensione dell'ultimo mese, dopo la circolare del 13 aprile rimasta disattesa, potrebbe determinare un pesante scontro prima delle elezioni del prossimo 31 maggio. Il governatore della Lombardia Roberto Maroni ha ribadito il suo no e il ministero dell'Interno ha scelto di attendere giovedì prossimo. L'incontro tra Angelino Alfano, il presidente dell'Anci Piero Fassino e di Sergio Chiamparino, presidente della conferenza delle regioni, sarà decisiva. Saranno gli stessi amministratori locali a offrire una concreta disponibilità. «Abbiamo fatto una battaglia sull'equa distribuzione in Europa tra i 28 Paesi dell'Ue - ha spiegato Alfano - se deve esserci in Europa, è chiaro che deve esserci prima tra le 20 Regioni italiane». Il ministero vorrebbe evitare imposizioni di quote. L'idea è quella di creare una serie di hub di prima accoglienza, a grande capienza, dove fare un primo screening, per poi smistare i migranti in strutture più piccole. E resta ancora aperta l'ipotesi delle caserme.



Le previsioni di 200mila sbarchi nel 2015 rischiano di dover esser riviste al rialzo. Finora si contano oltre 32mila arrivi quest'anno. È stata rafforzata la missione Triton di Frontex ma, passata l'indignazione per gli 800 morti del naufragio del 19 aprile, l'Italia è tornata sola a fronteggiare l'emergenza. Ieri il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha telefonato al commissario europeo all'Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, per chiedere un impegno economico straordinario: «Un'emergenza europea - ha sottolineato - non può continuare ad avere risposte solo italiane». Avramopoulos ha condiviso le preoccupazioni italiane sull'intensificarsi di flussi, assicurando che saranno elemento fondamentale dell'Agenda europea per l'immigrazione che presenterà la prossima settimana. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino