La produzione industriale cala ma non a Padova: crescita del 2,3 per cento

Secondo lo studio di Confapi in Veneto si registra un più 2,2 per cento

Produzione in crisi ma non a Padova
PADOVA - Crolla la produzione industriale in Italia (-7,2%), ma non in Veneto (+2,2%) e nemmeno a Padova (+2,3%). Segnali positivi certo ma che potrebbero durare ben poco....

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PADOVA - Crolla la produzione industriale in Italia (-7,2%), ma non in Veneto (+2,2%) e nemmeno a Padova (+2,3%). Segnali positivi certo ma che potrebbero durare ben poco. Infatti, aleggiano in lontananza le forti preoccupazioni relative ai prossimi mesi. In particolare, a gettare un'ombra pessimistica sul futuro dell'economia italiana sono i dati della produzione industriale del mese di aprile, i quali mostrano un rallentamento del 1,9% rispetto a marzo e del 7,2% su base annua. Questo andamento sfavorevole si allarga a tutti i comparti, dall'energetico (-12,6%) fino ai beni intermedi (-11%). «Pesano la crisi del modello tedesco e l'inflazione ingiustificata, che impatta sulla domanda e sul costo del denaro» afferma il presidente di Confapi Carlo Valerio, mentre a Padova i prezzi aumentano dell' 8% in un mese, seconda città in Veneto dietro a Venezia +8,1%.

L'inversione

Rispetto al quadro nazionale, la situazione in Veneto appare in controtendenza. All'interno del primo trimestre del 2023 la produzione industriale ha registrato una variazione positiva dell'+1,1%. Il confronto regionale rispetto allo scorso anno è del +2,2%, mentre il centro studi di Confapi stima un +2,3% per la provincia di Padova. Un segno positivo che fa tirare un sospiro di sollievo, ma non bisogna lasciarsi prendere da facili entusiasmi, poiché lo scorso anno la crescita media era stata del +4,5%. Tra i settori più in salute si trovano quelli delle macchine elettriche ed elettroniche (+9,4%) e di macchine e apparecchi meccanici (+7,5%). Restano positivi, anche se in maniera meno marcata i settori delle altre imprese manifatturiere (+2,6%), per effetto della risalita nel settore dei prodotti farmaceutici, dell'alimentare e delle bevande (+1,3%) e dei metalli (+0,6%). Il calo più netto lo subiscono i comparti del tessile e abbigliamento (-3,3%) e del marmo, vetro e ceramica (-3%). Cosa ci sia dietro a questo andamento negativo della produzione industriale ce lo spiega il presidente Carlo Valerio: «Il modello tedesco, che a lungo ha guidato l'economia europea, si basava sull'energia presa a basso costo e su accordi strategici con la Russia che oggi, ovviamente, sono saltati - poi continua - Se permane un'inflazione alta, c'è il rischio di una prosecuzione della stretta sul costo del denaro, che potrebbe impattare ulteriormente sulla nostra economia. Non ci stupisce che le imprese venete reagiscano in modo diverso dal resto della nazione, grazie alla flessibilità che ha sempre contraddistinto il modello territoriale». Grande soddisfazione anche da parte del governatore Zaia: «Nei mesi scorsi ho sempre sostenuto che il Veneto a livello economico stava facendo bene, nonostante il rallentamento dell'economia a livello nazionale. Una percezione confermata poi dai dati sull'occupazione, sul Pil e sulla produzione industriale. Guardando al Veneto, sono convinto che il 2023, nonostante il fisiologico assestamento, per la nostra regione potrà essere ancora un'annualità che potrà chiudersi con il segno positivo». 

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Il Gazzettino