Accompagna l'amica ubriaca a casa e la violenta sul sedile dell'auto

Accompagna l'amica ubriaca a casa e la violenta sul sedile dell'auto
ROVIGO - Sarebbe stata violentata da un amico che si era offerto di accompagnarla a casa, mentre era distesa sul sedile posteriore della macchina e stava vomitando...

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ROVIGO - Sarebbe stata violentata da un amico che si era offerto di accompagnarla a casa, mentre era distesa sul sedile posteriore della macchina e stava vomitando perché aveva bevuto troppo. Una storia con molte ombre, sulla quale sarà un processo a dover far luce, visto che ieri il giudice per le udienze preliminari Silvia Varotto ha deciso il rinvio a giudizio di un 50enne di Rovigo chiamato a rispondere dell’ipotesi di reato di violenza sessuale.  

SERATA ALLEGRA
Tutto risale al primo dicembre del 2016. Protagonisti due amici, lui sulla cinquantina, lei una decina di anni in meno. Una serata annaffiata dall’alcol che avrebbe portato la donna, che in quel momento stava seguendo una particolare terapia farmacologica, ad accusare il colpo. Tanto da trovarsi costretta a vomitare. L’amico, che tale poi non si sarebbe rivelato, avrebbe proprio approfittato di questo momento in cui la donna si trovava in un chiaro momento di stordimento, per avere con lei un rapporto sessuale completo. Nella sua crudezza il capo d’imputazione riporta la ricostruzione dei fatti così come emersa sulla base di quanto riferito dalla donna, secondo la quale l’uomo l’avrebbe volutamente fatta ubriacare per poi approfittarsi di lei. In un primo momento la Procura aveva chiesto l’archiviazione, non trovando riscontri alle affermazioni delle donna, ed era stato il giudice per le udienze preliminari a disporre un supplemento d’indagine per andare più a fondo sulla vicenda. È stata fatta anche un’analisi dei campioni biologici che sono stati prelevati dai vestiti, con un riscontro del Dna. E altri particolari su quanto avvenuto quella sera sarebbero poi emersi anche sulla base di un racconto fatto alla psicologa che seguiva la donna.
ABUSO DI ALCOL

L’accusa sostiene che l’uomo avrebbe approfittato della condizione di inferiorità psichica provocata dall’alterazione dovuta all’assunzione di farmaci e alcol inducendola a subire un rapporto sessuale completo. «In particolare – è quanto confluito nel capo d’imputazione - dopo essersi offerto di accompagnarla a casa, mentre era distesa sul sedile posteriore della macchina intenta a vomitare, le abbassava i pantaloni, violentandola». Una versione che viene contestata dalla difesa dell’imputato, affidata all’avvocato Ivan Agnesini. Tutti aspetti che saranno oggetto di approfondimento specifico nel corso del processo, che si aprirà il prossimo novembre davanti al Collegio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino