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VICENZA - Sono 30 le parti civili ammesse oggi al processo «Pfas-bis» a carico di otto imputati, accusati a vario titolo dei reati ambientali avvenuti tra il 2013 e il 2017 a causa delle emissioni dell'ex stabilimento «Miteni» di Trissino (Vicenza). Tra le parti civili ci sono anche le società di gestione idrica Acque del Chiampo, Acquevenete e Viacqua; una quarta azienda, Acque Veronesi, valuterà la costituzione entro l'avvio dell'udienza dibattimentale.
Gli 8 imputati sono accusati di aver provocato un deterioramento significativo e misurabile nelle acque sotterranee al sito Miteni, e di aver immesso nelle falde il rifiuto pericoloso contenente «GenX» e cC6o4.
Con la contestazione del reato di inquinamento da parte della Procura di Vicenza nel filone «Pfas-bis» è stata recepita una delle argomentazioni del collegio difensivo delle società idriche (avvocati Marco Tonellotto, Angelo Merlin, Vittore d'Acquarone) che avevano pure rappresentato la natura permanente o continuata della compromissione ambientale, e quindi la sostanziale non prescrittibilità dei reati ambientali contestati, tesi condivisa anche da una recente sentenza della Cassazione.
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