PADOVA - Il pubblico ministero Giorgio Falcone, davanti al Gup Tecla Cesaro, nel processo per l'omicidio di Isabella Noventa ha iniziato la sua requisitoria, durata...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Poi un giorno Freddy Sorgato ha ricevuto in carcere la visita di una sua ex compagna. I due hanno parlato della vendita della villa del ballerino in via Sabbioni 11 a Noventa, come eventuale risarcimento danni per i famigliari di Isabella. E la donna gli ha risposto: «Ma chi vuoi che compri una casa dove è stato ucciso qualcuno». E il ballerino ha risposto: «Lì non è stato ucciso nessuno e il corpo di Isabella non lo troveranno mai». Infine c'è la confessione ancora di Freddy a un detenuto: il ballerino ha spifferato al suo compagno di cella come si è sbarazzato del corpo della segretaria. «L'ho buttata in un cassonetto per i rifiuti», ha dichiarato al detenuto. Il carcerato, ascoltato il racconto di Freddy, ha voluto attraverso il suo legale avvisare gli inquirenti di quanto era venuto a sapere. Gli uomini della Squadra mobile non hanno trovato alcun riscontro su quanto confessato. I poliziotti infatti hanno fatto visita all'inceneritore di Padova e hanno potuto appurare che un corpo non può essere bruciato. Inoltre i controlli all'interno dello stabilimento sono molti ed è impossibile eluderli. Se ci fosse stato un cadavere gli operatori se ne sarebbero accorti.
Tuttavia per il sostituto procuratore Giorgio Falcone quanto raccontato in carcere da Debora e suo fratello è la prova schiacciante della loro volontà di distruggere il corpo di Isabella Noventa. Il magistrato ha proseguito la sua requisitoria sostenendo di credere alla versione dei fatti data da Manuela Cacco. Quindi che a uccidere Isabella sia stata Debora Sorgato colpendola con un martello da muratore e soffocandola con un sacchetto di nylon. Infine ha smontato l'alibi della donna, dimostrando che la notte tra il 15 e il 16 gennaio Debora era al volante della suo Polo e ha chiamato la Cacco. E secondo l'accusa in quel frangente si stava sbarazzando del cadavere di Isabella insieme al fratello.
Il Gazzettino