L'ex commilitone di Giosuè: «Dopo la lite con Trifone disse "lo uccido"»

L'ex commilitone di Giosuè: «Dopo la lite con Trifone disse "lo uccido"»
PORDENONE - «Lo uccido». Lo avrebbe detto Giosuè Ruotolo a Daniele Renna, uno dei commilitoni con cui condivideva l'appartamento di via Colombo, riferendosi...

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PORDENONE - «Lo uccido». Lo avrebbe detto Giosuè Ruotolo a Daniele Renna, uno dei commilitoni con cui condivideva l'appartamento di via Colombo, riferendosi a Trifone Ragone, la sera in cui tornò a casa dopo un litigio in cui Trifone e lui sarebbero venuti alle mani. Lo ha riferito lo stesso Renna incalzato questo pomeriggio in aula dalle domande dei pubblici ministeri che lo hanno citato come testimone, nel corso di una lunga udienza.


L'episodio, ha riferito il teste, avvenne a novembre, fuori dalla palestra, al termine di una lite sorta dal fatto che Trifone aveva insinuato fosse stato Giosuè l'autore di messaggi anonimi inviati a Teresa, e diretti a minare il rapporto tra i due fidanzati. Il testimone ha spiegato che già nei primi giorni di luglio in caserma Trifone gli mostrò screenshot dei messaggi dicendo «se scopro chi è stato gliela faccio pagare, lo riempio di botte e lo denuncio». Sia Renna sia l'altro teste, Sergio Romano, hanno riferito che Trifone aveva chiesto a tutti e tre di quei messaggi. «Abbiamo negato tutti», hanno riferito in aula entrambi i testimoni. Di una lite in cui Trifone e Giosuè vennero alle mani ha parlato in aula anche Romano, raccontando di aver notato sul volto di Giosuè un'abrasione allo zigomo e una spaccatura a un labbro. «Giosuè disse non finisce così, gliela faccio pagare», ha riferito Romano.


La sera del duplice omicidio, avvenuto poco prima delle 20, Giosuè Ruotolo fu notato da Sergio Romano, uno dei coinquilini, poco dopo le 19, nella sua auto, una Audi A3, davanti alla casa di via Colombo, dove i tre abitavano. Lo ha riferito oggi in aula lo stesso Romano. Renna a sua volta ha riferito di aver visto Giosuè uscire di casa indossando una tuta «che non ho più rivisto». Entrambi hanno poi riferito che alcuni giorni dopo l'omicidio scherzando presero in giro Giosuè. Gli dissero: «Sei uscito, ti ho visto in macchina, sei stato tu?». E lui, ha detto Sergio Romano, rispose: «Ma quando mai? Sei pazzo?». Romano e Renna hanno poi detto che Giosuè raccontò loro che quella sera era in auto per controllare i documenti della vettura. Il processo è stato aggiornato a lunedì, quando riprenderà con la prosecuzione della testimonianza di Daniele Renna.
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Il Gazzettino