OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
BELLUNO - Alcune scritte di Erostrato, il famoso persecutore dei comuni di Cesiomaggiore e Santa Giustina, sono state ricondotte con un grado di “alta probabilità” alla grafia di Nemesio Aquini. Mentre altre, quasi con certezza, a quella del figlio Samuele. È proseguito ieri mattina, in Tribunale a Belluno, il processo “Erostrato” che vede alla sbarra con 14 capi d’imputazione Nemesio e Samuele Aquini, di 75 e 44 anni, originari di Venezia e residenti a Cesiomaggiore. Sono assistiti dagli avvocati Stefano Zallot e Luciano Perco. Mentre Carlo Zanella, sindaco di Cesio, e Aldo Dalle Grave, proprietario della baracca incendiata da Erostrato, sono parte civile con gli avvocati Carlo Vigna e Stefano Cesa.
LA PERIZIA GRAFICA
Nell’udienza di ieri mattina sono stati ascoltati gli ultimi testi del pubblico ministero. Consulenti, periti, psichiatri. La testimonianza più interessante è stata quella della grafologa Nicoletta Cavazzana che ebbe l’incarico di analizzare tutte le scritte lasciate da Erostrato sui muri di Cesio e soprattutto sulle lettere inviate al sindaco e alla polizia locale del paese, e all’asilo di Cergnai. Grafia che fu confrontata con quella dei due imputati.
IL COLONNELLO PSICOLOGO
Le scritte di Erostrato furono analizzate anche da un tenente colonello del Racis (Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche) ma sotto il profilo psicologico. Ieri mattina il militare dell’Arma ha dichiarato di aver trovato elementi temporalmente contraddittori nelle lettere. Cioè dei riferimenti culturali che sembrano appartenere in alcuni casi a una persona anziana, in altri a un giovane. Alla domanda dell’avvocato Cesa, «Questo lascia intendere che vi potrebbero nascondersi due persone di età diversa dietro Erostrato?», la risposta del tenente colonnello è stata affermativa: «Due persone che vivono però in simbiosi e che sono quindi molto collegate tra di loro». Come, ad esempio, un padre e un figlio. Anche su questo punto la difesa è stata irremovibile: «Sono dichiarazioni che non hanno alcuna rilevanza. Bisogna provare le responsabilità penali con prove e indizi. Si tratta di una perizia eseguita prima ancora di individuare gli indagati. Non ha nessun valore probatorio e non interferisce con gli elementi del processo».
L’INFORMATICO
Infine è stato ascoltato il perito informatico che ha detto di non aver trovato quasi nulla nei computer sequestrati in casa Aquini perché erano stati resettati più volte. Nel motore di ricerca di uno dei device, in uso pare a Samuele, sono state trovate centinaia di ricerche compulsive su Erostrato anche alle 3 e alle 4 del mattino. Oltre a un videogioco in cui si era registrato con il nome di Erostrato. Ma niente di più. Si tornerà in aula il 16 giugno per ascoltare i primi testi della difesa. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino