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VENEZIA - Trovato un primo focolaio di zanzare col West Nile. L'avviso è uscito ieri, a metà giornata, da parte del Comune di Venezia informando che il Dipartimento di Prevenzione dell'Ulss 3 ha comunicato che è stata segnalata la prima positività stagionale per West Nile virus in un pool di zanzare catturato tramite trappola nel territorio della provincia di Venezia. Per ora, dunque, nel veneziano non c'è alcun paziente colpito dal virus, come peraltro è confermato dalla stessa azienda sanitaria, ma va da sé che dopo la notizia della morte di un anziano di 83 anni a Piove di Sacco, proprio per la Febbre del Nilo, avvenuta qualche giorno fa, la guardia è stata alzata.
Venezia, trovato primo focolaio di zanzare con il West Nile
Il virus West-Nile, ormai considerato endemico nel nostro territorio viene ricordato viene trasmesso con la puntura di zanzare infette all'uomo e agli animali, generalmente equini e uccelli. Le zanzare appartengono al genere Culex, tra cui la zanzara comune C. pipiens. Già lo scorso 22 aprile il sindaco aveva firmato l'ordinanza relativa ai Provvedimenti per la prevenzione e il controllo delle zanzare 2022. Provvedimento in base al quale i cittadini sono invitati a non abbandonare oggetti e contenitori di qualsiasi natura e dimensioni dove possa raccogliersi l'acqua piovana (barattoli, copertoni, rifiuti, materiale vario sparso); svuotare giornalmente qualsiasi contenitore di uso comune con presenza d'acqua e, ove possibile, lavarli e capovolgerli (bacinelle, bidoni, secchi, annaffiatoi); coprire ermeticamente i contenitori d'acqua inamovibili (bidoni, cisterne).
West Nile, sintomi e profilassi
La presenza di un primo focolaio di zanzare suggerisce la necessità di alzare i controlli e rafforzare la profilassi. La febbre del Nilo è provocata da un virus che ha come serbatoi uccelli e zanzare, le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all'uomo. Non si trasmette, invece, da persona a persona tramite il contatto. Il West Nile Virus fa parte della famiglia dei Flaviviridae ed è stato isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile. È diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America, ma negli ultimi anni ha cominciato a circolare anche in Italia e in particolar modo al Nord. L'Istituto Superiore di Sanità ricorda che solo una piccola parte di soggetti infetti mostra dei sintomi come febbre, mal di testa, nausea, vomito, sfoghi cutanei. I sintomi più gravi viene spiegato si presentano in media in meno dell'1% delle persone infette, in genere anziani o soggetti debilitati, e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli.
Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit immunitari. I più esposti sono i soggetti fragili per altri problemi di salute. Non esiste al momento un vaccino che protegga dalla Febbre del Nilo, anche se vi sono degli studi in merito. La prevenzione numero uno, pertanto, consiste nel ridurre l'esposizione alle punture di zanzare, che naturalmente pullulano soprattutto col caldo molto intenso di questo periodo e nelle zone con più verde.
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Il Gazzettino