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BELLUNO Sfiorare le pareti di roccia. Calcolare al centimetro ogni avvicinamento. E salvare vite umane. Chissà che ricordi frullano nella testa di Primo Bernardi. Ora il pilota di elicotteri è in pensione, dopo 30 anni di voli sopra le Dolomiti. Con un numero nel cuore: il 118. Quello che viene chiamato per richiedere il soccorso in montagna, estate ed inverno.
PIONIERE
Decollava dalla base di Pieve di Cadore, di Treviso, di Pieve del Grappa. Per cento e cento missioni di soccorso. Per un “botto” di ore volo.
IL PROFILO
A conoscere bene il pilota Bernardi è Rufus Bristot, fino al 2015 delegato del Soccorso alpino e speleologico delle Dolomiti bellunesi. «Persona schietta e autentica con (credo) 8.000 ore di volo all’attivo, grazie alle quali ha portato a termine centinaia di missioni di soccorso», scrive Bristot, aggiungendo una considerazione: «Spesso negli interventi di elisoccorso si rimarca il ruolo del Soccorso Alpino e quello della componente medica. Si dimentica il più delle volte di sottolineare il ruolo decisivo dei piloti che permettono che la complessiva attività di soccorso possa avvenire velocemente e nella massima sicurezza, con elevati limiti di accettabilità del rischio». Quindi il riconoscimento della professionalità «e dello spessore umano che, anche nei momenti di criticità, non è mai venuto meno». Ad unirsi al coro, su Facebook, sono in tanti: si va dai «buona pensione» ai grazie di aver rischiato la vita «per salvare centinaia di alpinisti incrodati». Poi «ineguagliabile Primo», «numero uno di nome e di fatto», Fino al «buona vita, comandante!». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino