«Personale all'osso», il primario dice basta e si dimette

Paolo Esopi
DOLO - Il reparto di Ortopedia di Dolo perde il suo primario. Arrivano come un fulmine a ciel sereno le dimissioni del dottor Paolo Esopi, primario di Ortopedia di Dolo. La...

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DOLO - Il reparto di Ortopedia di Dolo perde il suo primario. Arrivano come un fulmine a ciel sereno le dimissioni del dottor Paolo Esopi, primario di Ortopedia di Dolo. La situazione particolarmente spinosa relativa alla mancanza di personale in cui versa il comparto sanitario è ormai un dato di fatto. Le dimissioni dagli ospedali pubblici italiani in 10 anni si sono quintuplicate, raggiungendo nel 2019 la cifra di 465 medici e negli ultimi 3 anni l'incremento è stato del 115%. È il sintomo di un disagio profondo, un trend che non accenna ad esaurirsi. Il taglio del personale e la carenza di specialisti hanno creato organici sempre più ridotti, rendendo il carico di lavoro spesso insostenibile. Ma le motivazioni che hanno spinto il Dottor Esopi alla scelta di lasciare il suo posto di primariato sono strettamente personali: «La mia scelta di lasciare è una scelta familiare e personale - dice - Divento nonno, vivo a Trieste, tutta la mia famiglia è a Trieste. Sono 14 anni che lavoro a Dolo con grande soddisfazione e dove ho costruito molte cose. C'è un tempo per tutto nella vita. Così il primario motiva le sue dimissioni all'età di sessant'anni. Una scelta di cambio ma certamente personale senza rancori con nessuno. Certo che quando un primario lascia, specialmente in una situazione complessa per il personale ma anche strutturale in cui versa la sanità in questo momento, fa certamente scalpore. Ma nel mio caso è una scelta molto sofferta. Sono arrivato a Dolo che avevo 46 anni con un progetto che doveva essere di appena due o tre anni e che invece è diventato la mia vita».

IL REPARTO

Il reparto di Ortopedia è forse il più dinamico all'interno di una struttura ospedaliera, la Direzione strategica ha già provveduto ad avviare un bando di concorso per la sostituzione. Queste dimissioni sono conseguenza dell'ormai nota carenza di personale che rende estremamente arduo, se non impossibile, gestire un reparto così delicato, anche in relazione alle necessità del pronto soccorso. All'azienda Aulss 3 cittadini e amministratori chiedono quali soluzioni urgenti verranno adottate nell'immediato. E come si sta lavorando per individuarne di definitive nel lungo periodo. È imprescindibile mantenere anche in quest'ambito l'elevato standard che ha sempre caratterizzato la nostra sanità commenta la sindaca Maria Rosa Pavanello. Nella nostra regione la concentrazione negli ospedali Hub anche di complessità non elevata, sta rendendo poco motivante, specie per i giovani medici, il lavoro negli storici ospedali provinciali spiega il Dottor Gabriele Petrolito. Nel 2020 la Pandemia ha fatto esplodere le fragilità di un sistema già in difficoltà e per spirito di servizio molti hanno posticipato la scelta di dimettersi. Durante l'emergenza i medici hanno dimostrato senso di abnegazione, ma le condizioni e i carichi di lavoro non sono migliorati. Purtroppo registriamo un senso di rassegnazione anche nelle dirigenze aziendali, sanitarie e delle risorse umane. 

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Il Gazzettino