Incontrano 500 ragazzi al grest: quattro preti risultano positivi al Covid

Quattro i preti positivi al Covid dopo il grest
CAMPOSAMPIERO - Don Bruno Bevilacqua è ancora positivo al covid. Dopo più di due anni dal primo contagio, il parroco di san Marco è in isolamento ma sta bene....

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CAMPOSAMPIERO - Don Bruno Bevilacqua è ancora positivo al covid. Dopo più di due anni dal primo contagio, il parroco di san Marco è in isolamento ma sta bene. «Sono raffreddato ma senza febbre - fa sapere dalla canonica in via riviera San Marco -. Sento la vicinanza di tanti parrocchiani e amici e ringrazio davvero tutti per le preghiere e il sostegno». Don Bruno, si fa per dire, è in buona compagnia: sono risultati positivi al coronavirus anche il suo fedelissimo collaboratore Silvano Coletto e due sacerdoti della collaborazione pastorale della parrocchia di San Pietro, il cappellano don Giovanni e il parroco di Massanzago don Germino Zamprogna. Tutti non presentano particolari sintomi ma devono ugualmente osservare un periodo di “clausura covidiana”. Difficile, ovviamente, sapere con certezza dove i tre preti e l’onnipresente Silvano Coletto siano stati contagiati: nei giorni scorsi tutti e quattro hanno partecipato al grande ritrovo nel parco di villa Baglioni a Massanzago degli oltre 500 ragazzi con i loro animatori del grest 2022. Nello splendido scenario della villa i ragazzi di otto parrocchie della zona, accompagnati dai rispettivi parroci, hanno cantato, giocato e ballato. Alla festa c’era anche il parroco di san Pietro don Claudio Bosa, che fortunatamente sta bene e cerca di intuire come sia stato possibile il contagio dei colleghi sacerdoti.

L'incognita contagio al grest

«Onestamente non credo che la positività sia stata trasmessa all’aperto durante la festa nel parco di villa Baglioni- afferma don Bosa -. Ritengo piuttosto che il virus abbia circolato nei momenti di preparazione all’evento. Il nostro cappellano don Giovanni ad esempio, nelle ultime settimane, ha organizzato ben quattro grest e quindi ha presenziato a tantissime riunioni o incontri con molte persone. È chiaro che il rischio di ammalarsi quando si vede tanta gente è alto ma la cosa più importante è che i nostri sacerdoti stiano bene e possano riprendere presto le loro attività». A San Marco di Camposampiero a sostituire don Bruno c’è l’amico e sempre disponibile don Stefano Lachin. Spetterà a lui celebrare le funzioni religiose e i funerali previsti in questo periodo. Per don Bevilacqua, vittima della nuova ondata covid, questo nuovo contagio è vissuto in modo molto meno ansioso rispetto alla prima volta, nell’aprile di due anni fa. Anche allora, a soli due mesi dallo scoppio della pandemia, il parroco di San Marco rimase chiuso in canonica in quarantena. In quelle drammatiche settimane di bufera covid, don Bruno si era offerto anche di sostituire i cappellani del vicino ospedale, a loro volta positivi, nel servizio tra i reparti del “Pietro Cosma”, risultando poi lui stesso malato. Da allora il vescovo di Padova Claudio Cipolla decise di preservarlo dall’incarico ospedaliero e di incoraggiarlo a proseguire l’attività pastorale in parrocchia. Don Bruno dall’alto dei suoi 76 anni, compiuti lo scorso mese di aprile e degli ininterrotti 52 anni di sacerdozio, a settembre festeggerà con i suoi parrocchiani i primi 30 anni di parroco a Camposampiero. Certo non sarà questo virus, che lo costringe ad un nuovo riposo, a fermare la sua attività pastorale.

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Il Gazzettino