Prete ucciso in seminario: confermata la condanna a 21 anni e 6 mesi per don Piccoli

Prete ucciso in seminario: confermata la condanna a 21 anni e 6 mesi per don Piccoli
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TRIESTE - Condannato a 21 anni e sei mesi. A confermare la sentenza di primo e secondo grado - come richiesto dal sostituto procuratore generale Paola Tonini - è stata oggi, 26 marzo, la Corte d'assiste d'appello di Venezia nei confronti di don Piccoli, il prete accusato di aver ucciso monsignor Giuseppe Rocco, 92 anni, ex parroco di Santa Teresa, trovato senza vita nella sua stanza della Casa del Clero del capoluogo giuliano il 25 aprile 2014.

LA DIFESA

Si tratta del processo bis sul caso, che si è celebrato a Venezia dopo la sentenza della Cassazione che nel marzo 2023 aveva annullato la condanna a 21 anni e 6 mesi pronunciata a Trieste dalla Corte d'assise e confermata poi dalla Corte d'assise d'appello. La difesa - gli avvocati Vincenzo Calderoni e Alessandro Filippi - aveva sostenuto l'innocenza di don Piccoli, individuando in una patologia broncopolmonare la causa della morte. Monsignor Rocco era stato ucciso secondo l'accusa con un'azione combinata di soffocamento e strozzamento con rottura dell'osso del collo.

L'ACCUSA DI OMICIDIO VOLONTARIO

La Cassazione aveva annullato la condanna per la mancata ammissione dei consulenti di parte: il Ris aveva svolto alcuni accertamenti irripetibili, ma don Piccoli non era stato avvisato quando erano stati disposti perché ancora non era stato iscritto nel registro degli indagati. Don Paolo Piccoli si è sempre dichiarato innocente. Il sacerdote, all'epoca incardinato a Trieste, era accusato di omicidio volontario, aggravato dall'età avanzata della vittima. Entrato nell'inchiesta come testimone, poiché vicino di stanza dell'anziano presule, Piccoli fu in seguito indagato per il delitto, secondo gli investigatori motivato da un furto di oggetti sacri scoperto da mons. Rocco. Il corpo del presule, vestito come se stesse per uscire, fu rinvenuto ai piedi del letto, nell'appartamento che occupava alla Casa del clero. L'elemento che fece imprimere una svolta alle indagini fu la radiografia del collo dell'anziano prete, dalla quale emersero lesioni riconducibili a un'azione violenta, e non a un evento accidentale. 

 

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Il Gazzettino