​Il prete agli alunni: «Vi do 24 ore per restituire il cellulare rubato»

​Il prete agli alunni: «Vi do 24 ore per restituire il cellulare rubato»
TARCENTO - Non subito la denuncia “nero su bianco” dai carabinieri ma un invito, cortese ma molto fermo, a fare “marcia indietro”, anche in forma anonima, e far ritrovare...

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TARCENTO - Non subito la denuncia “nero su bianco” dai carabinieri ma un invito, cortese ma molto fermo, a fare “marcia indietro”, anche in forma anonima, e far ritrovare il telefonino cellulare rubato a un alunno in una scuola media di Tarcento (Udine), la “Monsignor Camillo Di Gaspero”, durante una gita. L’iniziativa, e soprattutto l’opera di mediazione, è del sacerdote, don Antonio Villa, responsabile del grande e storico istituto educativo di via Alfonso Morgante, presso la "Domus Mariae". Questa mattina, lunedì 5 ottobre, il prete ha scritto una lettera aperta agli alunni e poi i ragazzi l'hanno portata a casa, per farla leggere ai genitori.




«I vostri figli vi racconteranno che questa mattina sono venuti i carabinieri di Faedis a seguito della denuncia di scomparsa di un cellulare», si legge nella missiva firmata da don Villa. «Siccome i militari dell’Arma hanno la certezza di individuare il responsabile, hanno concesso 24 ore perché venga fuori spontaneamente il colpevole, anche in modo anonimo, così da rendere possibile il ritiro della denuncia. Scaduto questo tempo, e cioè domani, martedì, potranno presentarsi a casa col mandato di perquisizione, con le immaginabili conseguenze..».



Don Antonio Villa approfitta per ricordare che è proibito portare a scuola i cellulari: «gli stessi carabinieri hanno richiamato la necessità di attenersi a questo regolamento.. Vi invito e, anzi, vi prego, di non mettere in tasca ai vostri figli soldi assolutamente non necessari.. è più che sufficiente che abbiamo l’euro per il panino o pochi centesimi per il bar. Per qualsiasi altra necessità, come mi pare abbiamo abbondantemente dimostrato, ci siamo noi». E adesso parte il conto alla rovescia. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino