Presidenza Confindustria: Nordest diviso. In testa Orsini e Garrone, ma sale Gozzi

Confronto con i 4 candidati a porte chiuse a Vicenza, presenti 150 imprenditori triveneti. Entro il 9 marzo la scelta per i saggi

Edoardo Garrone
VICENZA - Confindustria: bocche cucite all'entrata e all'uscita del confronto a porte chiuse degli imprenditori del Nordest (150 in sala alla fiera di Vicenza) con i...

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VICENZA - Confindustria: bocche cucite all'entrata e all'uscita del confronto a porte chiuse degli imprenditori del Nordest (150 in sala alla fiera di Vicenza) con i quattro candidati alla presidenza, su tutti pendeva la possibile "scomunica" e il divieto di voto dopo i tanti spifferi e veleni dei giorni scorsi. Gli imprenditori triveneti avrebbero chiesto sostanzialmente tre cose al futuro presidente di Confindustria: agire a Bruxelles per cambiare una politica europea troppo green e piena di regole che frenano la competitività delle aziende (vedi casi automotive e imballaggi); aprire nuovi mercati per l'export dopo gli stop pesanti come quello russo; e dare più autorevolezza a Confindustria per accompagnare il governo nelle sue scelte economiche e sventare il pericolo di perdere in rappresentanza come è già successo in agricoltura.


Poi però è una questione di uomini e carisma. L'impressione dopo il confronto di ieri è che il presidente di Federacciai Antonio Gozzi possa aver raccolto più di qualche estimatore e che i front runner siano sempre Edoardo Garrone (già ammesso alla votazione di designazione del consiglio generale del 4 aprile, quella decisiva, perché ha oltre il 20% dei voti nell'assemblea generale con l'appoggio decisivo di Assolombarda) e l'attuale vice presidente nazionale Emanuele Orsini, col mantovano Alberto Marenghi (altro vice in carica) probabilmente indietro. Ma i giochi sono ancora da fare, almeno nel Nordest. E il tempo stringe: entro il 9 marzo si deve decidere chi appoggiare per il dopo Bonomi e riferirlo ai tre saggi che arriveranno a Padova per raccogliere l'appoggio delle Confindustrie di Veneto, Friuli Venezia Giulia (ieri presenti il presidente di Alto Adriatico Michelangelo Agrusti e la vice di Udine, Anna Mareschi Danieli) e Trentino Alto Adige. Il 7 marzo è stato indetto il consiglio di presidenza di Confindustria Veneto Est, la seconda territoriale d'Italia con oltre 5mila associati che vale circa il 5-6% dei voti d'assemblea e che nel primo round aveva diviso salomonicamente i suoi voti per tre a Garrone, Orsini e Gozzi. Ora però c'è da scegliere e quindi da votare, con la componente trevigiana che sarebbe pronta ad appoggiare Gozzi e non vede di buon occhio l'ex presidente di FederlegnoArredo Orsini, apprezzato invece dalla componente di Venezia e Rovigo. Ieri a Vicenza gli imprenditori della Marca si sono presentati compatti, compreso l'attuale presidente di Federlegno Claudio Feltrin, in rotta con la Confindustria nazionale di Bonomi. In teoria è possibile che Veneto Est non si schieri e non appoggi ufficialmente nessun candidato dando così libertà di voto ai suoi 9 + 3 imprenditori in consiglio generale (dove siedono anche i trevigiani Katia Da Ros, Mario Moretti Polegato e il padovano leader regionale Enrico Carraro). Ma non sarebbe un bel vedere per l'associazione più importante del Nordest anche in vista del rinnovo della presidenza in scadenza nel prossimo autunno. Toccherà al leader Leopoldo Destro, presente ieri a Vicenza insieme ai suoi vice, trovare la quadra in questi pochi giorni. In sospeso per ora anche Vicenza e Verona, con la seconda che potrebbe andare verso Garrone e la prima verso Gozzi, che ha raccolto l'apprezzamento di un ex presidente di Confindustria Veneto, il padovano Luigi Rossi Luciani: «Mi ha impressionato la sua grinta, la sua voglia di agire in Europa e di rilanciare la produttività».


OBIETTIVO


«Sono stati tutti incontri consistenti e molto concreti, che hanno visto un dibattito serrato e un interesse costruttivo. Si tratta certamente di profili con caratteristiche, esperienze e visioni strategiche diverse e dopo oggi, ciascuno dei colleghi imprenditori presenti, potrà valutare quale ritiene più idoneo per la guida di Confindustria - la nota in chiusura di Enrico Carraro -. Le imprese e Confindustria, che le rappresenta in larga parte, sono il motore non solo dell'economia ma dello sviluppo generale del Paese e quindi devono pesare su quelle scelte di politica e programmazione industriale che andranno a definire l'Italia nei prossimi anni. Ci troviamo in un momento cruciale per disegnare il ruolo che l'Italia vuole svolgere in Europa, anche attraverso le prossime elezioni del Parlamento Europeo sulle quali organizzeremo a fine mese un evento dedicato, e salvaguardare la capacità competitiva del Paese». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino