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TREVISO «Ho abbassato la guardia incontrando i miei suoceri per qualche istante. Purtroppo è bastato questo. L'attenzione deve sempre essere massima. In caso di contagio, però, non ci si deve vergognare. Ci sono persone che puntano a far passare la loro quarantena in sordina. Io, invece, ho voluto dirlo subito a tutti anche attraverso i social network, parlandone liberamente, perché così si può contribuire a fermare subito la catena del contagio». Elisa Adamo, fotografa trevigiana di 33 anni, figlia dell'ex primario di Ginecologia e ostetricia, Valter Adamo, ha ben chiaro nella mente l'attimo nel quale è arrivato il coronavirus. Dopo quell'incontro fugace con i suoceri ha iniziato ad avvertire dei piccoli sintomi simil influenzali. E il tampone ha confermato i sospetti. Alla fine è stata contagiata tutta la famiglia. Oltre a lei, anche il marito e la figlia di tre anni e mezzo. Pure la mamma di Elisa, inoltre, è risultata positiva. I sintomi sono quelli classici, a partire da febbre, tosse e dolori articolari. Adesso loro stanno portando a termine la quarantena a casa. Mentre le condizioni dei suoi suoceri sono più serie: sono entrambi ricoverati nei reparti Covid degli ospedali trevigiani.
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PRONTEZZA La differenza l'ha fatta la prontezza con la quale la 33enne si è resa conto di ciò che stava accadendo.
SENSO DI COMUNITÀ Non vince chi non viene contagiato dal coronavirus, ma le persone che dalle loro condizioni di partenza fanno tutto il possibile per limitare l'espansione del Covid-19. Di fronte a una pandemia, in sintesi, viene prima il senso di appartenenza alla comunità. La 33enne è la prima a saperlo. Tanto più che come fotografa negli ultimi anni si è distinta in particolare per alcune campagne a forte impatto sociale. Come il progetto Scattiamo il cancro, che ha portato diverse donne colpite dal tumore al seno a mostrarsi al naturale, senza filtri o ritocchi, davanti alla sua macchina fotografica. Adesso anche loro si sono sottoposte al tampone di controllo per il coronavirus. E non è emerso nessun contagio. Così come nell'asilo frequentato dalla piccola di tre anni e mezzo, dove era stato messo in atto l'isolamento preventivo. «Il virus si è bloccato con noi - conclude Elisa - riuscire a parlare di problemi simili senza problemi fa sempre bene. E la decisione di avvisare subito tutti della mia positività è stato semplicemente un atto di coerenza».
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Il Gazzettino