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ROVIGO - Un libro polesano tra i dodici finalisti del premio Strega. Si tratta di "Nella stanza dell'imperatore" di Sonia Aggio (Fazi). Sono passati due giorni dall'annuncio e ancora Aggio ondeggia tra gioia e incredulità, si emoziona leggendo, tra gli altri, anche il suoi nome: «Confesso - spiega l'autrice di Frassinelle - che non ho avuto il coraggio di seguire la conferenza stampa di venerdì. Mi sono decisa a connettermi soltanto alle 12.30 ed è stato bellissimo scoprire di avercela fatta dalla voce delle persone che mi vogliono bene, che hanno creduto in me e nel mio romanzo». La cinquina dei finalisti sarà annunciata a giugno, prima della premiazione il prossimo 5 luglio. La gratitudine di Aggio va ovviamente a Simona Cives (che ha voluto proporre il libro al premio Strega) e alla squadra di Fazi, che le ha dato fiducia. «Sono felice di essere arrivata a questo punto raccontando una storia che ho scritto con amore e gioia. Spero che i lettori e le lettrici del libro possano avvertire la stessa felicità». Cives aveva presentato il romanzo agli Amici della domenica come «ambizioso e robusto, scritto da un'autrice giovane e piena di talento, che con la stessa passione che nutre nei confronti della storia, lavora in biblioteca (quelle di Ceregnano e di Polesella, ndr) con grande dedizione ed entusiasmo. Il libro, dalla lingua ricca, curata fin nel dettaglio, e una trama complessa e piena di sviluppi narrativi, si inserisce appieno nel filone del romanzo storico nella sua accezione più alta».
La trama
Il romanzo ricostruisce la parabola esistenziale dell'imperatore bizantino Giovanni Zimisce che da semplice soldato riuscì ad ascendere al trono di uno degli imperi più vasti e potenti mai esistiti. «Una prova letteraria pregevole - prosegue Cives - che affronta temi universali importanti, con un testo dallo stile sontuoso, raffinato ed elegante, per una narrazione ricca di inventiva e colpi di scena continui». Già alla sua uscita, qualche settimana fa, il romanzo aveva ricevuto le lodi di un altro grande autore veneto come Paolo Malaguti. Un ulteriore tassello, dunque, nella bella storia di Aggio. Che di strada ne ha fatta da quel 2016 in cui fu tra le cinque finaliste del Campiello Giovani con il racconto "Moritz Gruber" (parlava di un soldato austriaco di stanza in Italia nel 1918). Poi, due anni fa, il successo col primo romanzo "Magnificat", favola gotica nel Polesine dell'alluvione del 1951. Sempre la storia come protagonista, quindi, e non è un caso visto che Aggio si è laureata proprio in quella disciplina.
Il Gazzettino